«Lotto contro la leucemia
e Vertova mi dà la forza»

«Non sono un eroe, non desidero essere considerato tale. Sono una persona normale che nella vita ha avuto in sorte di vivere gioie e dolori». Il sindaco di Vertova Riccardo Cagnoni racconta così la sua lotta contro quella malattia che non ha paura di chiamare tumore.

«Non sono un eroe, non desidero essere considerato tale. Sono una persona normale che nella vita ha avuto in sorte di vivere gioie e dolori». Il sindaco di Vertova Riccardo Cagnoni racconta così la sua lotta contro quella malattia che non ha paura di chiamare tumore.

«In questo momento sono sereno. Sono convinto che il male si può sconfiggere. Dopo un ciclo di terapia mi sento bene. Ho vinto una battaglia, ma la guerra sarà lunga». Prima di essere ricoverato in ospedale con una diagnosi di leucemia, qualche mese fa ha scritto una lettera ai suoi concittadini spiegando che il suo impegno non sarebbe venuto meno.

«Ho detto loro di non preoccuparsi: in ospedale avrei avuto più tempo per occuparmi della cosa pubblica. E così è stato. Avevo a disposizione cellulare e computer. È mancata solo la presenza fisica, ma non l'impegno». Con il medico che voleva imporgli di occuparsi solo della sua salute, Cagnoni era stato categorico: «Non posso, sono il sindaco; non è presunzione, solo sento come miei i problemi dei cittadini».

E questa esperienza ha avvicinato Cagnoni, se possibile ancora di più, al suo territorio. «Da quando sono diventato sindaco otto anni fa ho sempre seguito con attenzione l'attività dell'associazione Paolo Belli di Vertova impegnata nella lotta alla leucemia. Mai avrei pensato che mi potesse toccare così da vicino».

In questi mesi i vertovesi hanno mostrato vicinanza al loro sindaco, classe 1963: «Non sono originario di Vertova, sono di Gazzaniga. Avverto grande calore e solidarietà da parte dei miei cittadini che già mi erano stati vicini quando nel 2006 mia moglie Claudia è morta per un tumore».

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