Angolo Terme, 32enne ucciso:
l'assassino sotto l'effetto di coca

Ci sarebbe lo spaccio di droga e una rivalità in amore dietro l'omicidio, nella notte fra martedì e mercoledì, nel centro di Angolo Terme, piccolo comune della Val Camonica che si trova a pochi chilometri dal confine con la Bergamasca.

Ci sarebbe lo spaccio di droga e una rivalità in amore dietro l'omicidio, nella notte fra martedì e mercoledì, nel centro di Angolo Terme, piccolo comune della Val Camonica che si trova a pochi chilometri dal confine con la Bergamasca, non lontano da Castione e dalla Valle di Scalve.

Nella frazione Mazzunno è stato ucciso, con un colpo di pistola sparato in pieno volto intorno alle 2 di notte, Claudio Inversini, 32 anni. La vittima era in compagnia della fidanzata - una giovanissima romena che abita a Piancamuno e che lavora in un night della zona - e aveva appena parcheggiato.

All'improvviso, come hanno ricostruito i carabinieri, è arrivata una Seat Ibiza sulla quale viaggiavano l'ex compagno della giovane romena, A. F., 25enne di Gianico, e un suo complice, S. B., 33 anni di Darfo.

I due sono scesi dall'auto: il giovane di Gianico ha affrontato il rivale in amore, secondo quanto hanno poi accertato i carabinieri, dopo aver sniffato una quantità rilevantissima di cocaina. Lo stesso avevano fatto il suo complice e la ragazza.

Gli ha esploso un colpo di pistola dritto in faccia: Claudio Inversini, ex macellaio, ora disoccupato, è crollato a terra senza vita. I due complici sono fuggiti proprio mentre il parroco del paese, svegliato dal colpo di pistola, si stava affacciando alla finestra.

È scattato subito l'allarme: i carabinieri sono arrivati sul posto, ma nel frammentre i parenti del giovane ucciso, avevano già preso a sprangate e distrutto la Seat Ibiza. L'omicida e il suo complice sono stati acciuffati poco distante dal luogo del delitto.

Sono stati interrogati a lungo, ma nessuno dei due sarebbe stato in grado di rispondere alle domande degli inquirenti, perché completamente annebbiati dalla cocaina. È stata eseguita su entrambi la prova del guanto di paraffina.

Il pm ha già formulato l'accusa di omicidio volontario per entrambi i complici, che ora sono in carcere a Brescia in attesa della convalida da parte del gip. L'avvocato del 25enne di Gianico, principale sospettato dell'omicidio, ha dichiarato di aver trovato il suo assistito in forte stato confusionale: per questo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

L'avvocato del 33enne di Darfo avrebbe sostenuto la tesi della presenza casuale del suo assistito: era non lontano dalla scena del crimine, sotto un ponte per un bisogno fisiologico, e sarebbe scappato solo perché si è spaventato dopo aver udito il colpo di pistola.


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