Il ciclista morto a Branzi:
rintracciata la famiglia adottiva

«Forse il destino ha voluto colpirlo in uno dei momenti che per lui erano più felici». Emanuele Cabrani, il ciclista 51enne milanese stroncato da un infarto a Branzi, ha ritrovato la sua famiglia, quella che lo ha accolto orfano da bambino e lo ha cresciuto.

«Forse il destino ha voluto colpirlo in uno dei momenti che per lui erano più felici». Emanuele Cabrani, il ciclista 51enne milanese stroncato da un infarto sabato scorso a Branzi, ha ritrovato la sua famiglia, quella che lo ha accolto orfano da bambino e lo ha cresciuto.

Martedì mattina infatti, rintracciati con una azione congiunta del Comune e della locale stazione dei carabinieri, sono arrivati nel paese altobrembano i genitori affidatari Pio Oggioni e Lidia Gambirasio e i figli della coppia, Giacomo e Ambrogio.

Il malore risale a sabato verso mezzogiorno. Cabrani stava transitando nell'abitato di Branzi, impegnato in una delle sue innumerevoli escursioni ciclistiche montane, quando in località Ponte Redorta è stato colto da un infarto che non gli ha purtroppo lasciato scampo.

Immediatamente era scattata un'operazione tesa alla ricerca di un contatto con la famiglia che lo aveva cresciuto: lo si era trovato nella serata di lunedì, anche con l'aiuto di amici e colleghi di Emanuele.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 20 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA