Yara, la Procura avvia gli esami:
20 tracce rischiano di scomparire

Delle circa 120 tracce di presunto materiale biologico trovate sul corpo di Yara, soltanto un centinaio sono state analizzate, mentre le restanti venti sono rimaste nei freezer. Il genetista forense incaricato dalla famiglia chiede di fare presto: rischiano di deteriorarsi.

Delle circa 120 tracce di presunto materiale biologico ritrovate sul corpo di Yara Gambirasio, soltanto un centinaio sono state analizzate, mentre le restanti venti sono rimaste nei freezer per tutti questi mesi. Fino a quando, qualche settimana fa, il genetista forense Giorgio Portera, incaricato dalla famiglia Gambirasio di seguire la parte «genetica» dell'indagine sulla morte della tredicenne, e l'avvocato Enrico Pelillo hanno sollecitato la procura.

«Che ora ha infatti avviato le indagini anche su quei reperti che erano stati trascurati – spiega Portera – quando le attenzioni degli investigatori si erano concentrati, con un comprensibile entusiasmo, verso la pista del cosiddetto "parente ignoto". A quel punto le tracce di presunto materiale genetico già analizzate erano state circa un centinaio. Ma, visto che non c'è mai stata in tutto il mondo un'attività così complessa e corposa come quella di questa indagine, non riuscivo a capire come mai, prelevati almeno 10 mila tracce di Dna e confrontate 8 mila con il campione cosiddetto "altamente indiziario", siano state tralasciate queste pochissime decine di tracce, che potrebbero rivelarsi importanti ai fini dell'indagine».

Anche perché, trattandosi di tracce biologiche molto piccole (come parti di capelli o peli, liquidi o microscopiche parti di pelle), c'è il rischio che vadano distruggendosi.

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