Inchiesta Sanità, le reazioni
Il Pd: distingua i ruoli, si dimetta

«La naturale conseguenza di un'indagine», ma l'Italia dei Valori chiede da mesi «le dimissioni o la sfiducia del Governo regionale», perchè «una cosa è la responsabilità penale, altra cosa è la grave responsabilità politica». Così il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, commenta da Pescara la notizia secondo cui il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sarebbe indagato nell'inchiesta della Procura di Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri ha pagato negli anni al consulente-mediatore Pierangelo Daccò.

«È la naturale conseguenza di un'indagine che ora deve accertare se vi sia stata relazione tra benefici, economici e non solo, che ha ricevuto il presidente della Regione e favori che ha concesso - ha affermato Di Pietro -. È anche nel suo interesse potersi difendere in questo modo nelle sedi giudiziarie proprie».

«Da noi dell'Idv - ha aggiunto - la richiesta di dimissioni o la sfiducia del governo Formigoni a livello regionale è già stata avanzata da mesi e a prescindere dal risultato delle indagini penali, perchè una cosa è la responsabilità penale, che ha un suo percorso e un suo bagaglio probatorio, altra cosa è la grave responsabilità politica evidente, documentale e provata di Formigoni che ha svenduto la trasparenza nella gestione sanitaria in Lombardia e si è attorniato di persone che hanno usato le istituzioni e i rapporti personali con lui per farsi gli affari propri»

«Chiediamo che Formigoni distingua il suo ruolo personale da quello istituzionale: che si possa difendere dalle accuse, ma faccia anche un passo indietro da presidente della Regione Lombardia»: lo dice il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri, sull'inchiesta a carico del governatore Pdl.

«Chiediamo anche alla Lega - aggiunge Gaffuri interpellato telefonicamente - di prendere una posizione chiara di fronte ai nuovi eventi e di prendere le sue responsabilità, del resto esprime l'assessore alla Sanità...».

Gaffuri spiega che la richiesta di dimissioni a Formigoni è la naturale conseguenza del dibattito politico recente sull'onda delle inchieste giudiziarie. «Per mesi - dice il capogruppo del Pd - Formigoni ha sostenuto che nessun dirigente o assessore era stato toccato da provvedimenti giudiziari. Nel giro di una settimana non solo è stato indagato il principale dirigente della sanità (Carlo Lucchina, ndr) ma un avviso di garanzia è arrivato anche al presidente della Regione».

Fra le prime reazioni politiche all'indagine aperta su Formigoni c'è stata anche quella del capogruppo dell'Idv al Pirellone, Stefano Zamponi, protagonista di un duello in Aula con il governatore, che gli diede del "bugiardo" e del "pirla". Stamani Zamponi ha diffuso una nota in cui a sua volta chiede il passo indietro di Formigoni perchè «è già stato salvato settimana scorsa dalla Lega, ma ormai non può che prendere atto che la sua parabola politica è giunta al termine». E ironizza: «Pirla bene chi pirla ultimo...».

«Se da un lato non può sorprendere la notizia dell'indagine nei confronti di Formigoni per corruzione e finanziamento illecito, dall'altro desta stupore il suo atteggiamento. Anche oggi infatti - rileva il consigliere regionale di Italia dei Valori, Gabriele Sola -, davanti ad una novità così rilevante, il governatore si limita a ripetere stancamente il ritornello secondo cui, pur se indagato, non farà alcun passo indietro. 'Altri presidenti indagati', si affretta ad affermare questo Celeste sempre più terreno, 'non lo hanno fatto'».

«Una logica distorta, che si rifà al concetto di mal comune mezzo gaudio e che non sta in piedi. Lo scenario delineato dall'inchiesta, infatti, rivelerebbe un'organizzazione, costruita con ingegneristica precisione, finalizzata alla distrazione di enormi flussi di denaro pubblico. E questa  - prosegue Sola - , in tutta la sua gravità, appare una poco invidiabile 'esclusiva' dell'amministrazione regionale lombarda orchestrata da Formigoni. Un caso unico e monumentale, che non avrebbe eguali in Europa».

«Le giustificazioni del Governatore lombardo confermano, in realtà, che il volto di Formigoni offre la rappresentazione della politica peggiore, quella che se ne sta abbarbicata alle poltrone, a traffici inconfessabili e ad odiosi privilegi. Se non si dimetterà lui - conclude Sola - saranno i cittadini lombardi a dimetterlo. Ci libereremo molto presto del 'sultano' e del suo oscuro sistema di potere».


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