Percorre a piedi il Fosso Bergamasco
«L'antico confine è abbandonato»

Quarantacinque chilometri a piedi lungo tutto il Fosso Bergamasco, l'antico confine fra il Ducato di Milano e la Repubblica Venezia, che tutt'ora collega i territori dei fiumi Oglio, Serio, Brembo ed Adda. A compierlo da questa mattina l'ing. Lino Galliani di Bergamo.

Quarantacinque chilometri a piedi lungo tutto il Fosso Bergamasco, l'antico confine fra il Ducato di Milano e la Repubblica Venezia, che tutt'ora collega i territori dei fiumi Oglio, Serio, Brembo ed Adda. A compierlo da questa mattina l'ing. Lino Galliani di Bergamo.

«Sono partito alle 6,15 - dice l'ingegnere - dal cippo N°67 posto fra Cividate al Piano e Calcio con lo scopo di percorrere (penso in due giorni) il tragitto del Fosso Bergamasco. Non desidero stabilire un record ma ho l'intenzione di mantenere la promessa fatta a tutte quelle persone che mi hanno dato informazioni nei sei mesi impiegati per trovare e percorre a tratti tutto questo tracciato storico».

«E' anche il modo di onorare “a modo mio” il mio recente compleanno che mi porta a quota 60 - aggiunge -. Ovviamente tutto questo non nasce per caso, infatti sono socio Cai Bergamo dal 1975 (redattore Annuario - Accompagnatore Nazionale di Alpinismo Giovanile) e nel 1993 ho deciso di dedicarmi all'iniziativa “Terre Alte”. Da questa attività, in collaborazione con la Commissione Tutela Ambiente Montano sono mate le mostre itineranti: “Terre Alte”, “Il fiume Serio fra ambiente e storia”, due mostre sui SIC (siti di importanza comunitaria) e la mostra “Il fiume Brembo, le Acque, le Genti, la Storia” oltre ad altro materiale documentario come lo studio completo sulle trincee del 1915/18 da Colico sino in Valle di Scalve».

«Ora ho deciso di documentarmi sulla pianura bergamasca - spiega Galliani -: anch'essa ricca di storia e di molte altre situazione degne di essere ricordate. L'ultima iniziativa di questo genere risale al 1994 quando Lelio Pagani e Riccardo Caproni pubblicarono “ I confini meridionali del territorio bergamasco nella storia”. Le bacheche che allora vennero poste sono quasi del tutto scomparse. Esiste anche un percorso ciclabile ma che per forza di cose non ricalca in modo integrale il tragitto stesso. I grossi cascinali che “presidiano” direttamente questo tragitto sono ben 26, molti dei quali risalgono addirittura al seicento. Innumerevoli sono i fontanile che permettono la sopravvivenza di questo delicato territorio. I comuni a monte del “Fosso” sono quattordici mentre quelli a valle 12. Purtroppo lo stato di salute di questo manufatto idrico, che risale in parte addirittura alla centuriazione romana, non è fra i migliori: è ben individuabile e con presenza d'acqua solo nel tratto fra Cividate e Fara Olivana, mentre sussiste praticamente come confine fra Bariano e Brembate».

L'ing. Galliani non nasconde una certa amarezza per lo stato di abbandono del Fosso Bergamasco. Lungo il percorso ha già incontrato anche agricoltori e allevatori che hanno voluto illustrargli le loro problematiche. Un modo anche questo per ascoltare la gente e nello stesso tempo di riproporre un pezzo della nostra storia che rischia di finire per sempre nel dimenticatoio.

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