Scuola di magistratura: fine
Ecco la rescissione del contratto

La parola fine è arrivata lunedì 25 giugno via raccomandata: quella inviata dal ministero della Giustizia all'Opera Sant'Alessandro, con la quale si annuncia l'intenzione di rescindere il contratto d'affitto per la sede della Scuola di magistratura a Bergamo.

La parola fine è arrivata lunedì 25 giugno via raccomandata: quella inviata dal ministero della Giustizia all'Opera Sant'Alessandro, con la quale si annuncia l'intenzione di rescindere il contratto d'affitto per la sede della Scuola di magistratura a Bergamo. Con il canonico anno di preavviso.

Un epilogo amaro, ma nell'aria: da Roma erano giunte voci in merito all'avvio della procedura da parte del ministro Paola Severino, e ieri il cerchio si è chiuso. Definitivamente e fragorosamente, come dimostrano le parole per nulla concilianti di Franco Tentorio, fino ad ieri pacifico sindaco di Bergamo: «Io spero solo ci sia l'occasione di fargliela pagare: nessuno ha mai preso in giro la gente bergamasca in questo modo».

Toni decisamente inusuali per Tentorio, da sempre fautore di un politically correct quasi estremo. Ma questa volta, vista da Palafrizzoni, la misura è colma. E pure da Via Tasso c'è la medesima prospettiva: «Questa decisione è semplicemente un insulto al buon senso, ma anche alla sensibilità e all'attaccamento alle istituzioni della gente bergamasca», aggiunge il presidente della Provincia, Ettore Pirovano.

Poi ci sarebbero le questioni meramente pecuniarie, perché in questi anni, il giochetto dell'affitto per una sede rimasta vuota è costato 1 milione e 30 mila euro: 240 mila a testa a Comune e Provincia, il resto diviso tra Demanio e ministero, comprensivo dell'anno ancora mancante.

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