Don Resmini sulla criminalità:
«In stazione giovani e spregiudicati»

È da più di vent'anni che don Fausto Resmini assiste i poveri della stazione. Dal camper del servizio Esodo, sera dopo sera, ha visto cambiare il fenomeno della grave emarginazione a Bergamo.

È da più di vent'anni che don Fausto Resmini assiste i poveri della stazione. Dal camper del servizio Esodo, sera dopo sera, ha visto cambiare il fenomeno della grave emarginazione a Bergamo. Il popolo della stazione è sempre lì, in quell'immenso triangolo che da piazzale Alpini e piazzale Marconi raggiunge le aree dismesse di via David e via Rovelli, a ridosso dello scalo merci.

«Per la mia esperienza posso dire che queste persone sono molto abili a nascondersi o a sparire dalla circolazione quando i controlli si intensificano, salvo poi tornare in azione appena ne hanno la possibilità. Hanno come una capacità, come dire... elastica» spiega don Fausto che sottolinea: «Questo tipo di criminalità conosce un ricambio praticamente inesauribile, e questo è forse l'aspetto più preoccupante: per ogni spacciatore che viene arrestato, c'è una nuova leva pronta a entrare in gioco». E fa l'identikit di questa realtà: «Sono sempre più giovani e sembra che non abbiano più non dico rispetto, ma nemmeno paura di nessuno. C'è una spregiudicatezza nuova che ci mette in difficoltà, come educatori». Con un aspetto molto importante da sottolineare: «In stazione ci sono anche molte persone che hanno bisogno di aiuto, i poveri, e non bisogna fare confusione».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 28 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA