Tagli alle biblioteche cittadine
Così si comprano meno libri

Seppur importante e di indiscusso prestigio, a Bergamo, non esiste soltanto la biblioteca Mai. Il Comune ne gestisce altre otto sul territorio urbano garantendo servizi a 17.296 iscritti (14% della popolazione urbana). Il problema sono i tagli che si ripercuotono sull'acquisto di libri.

Seppur importante e di indiscusso prestigio, a Bergamo, non esiste soltanto la biblioteca Mai. Il Comune ne gestisce altre otto sul territorio urbano garantendo servizi a 17.296 iscritti (14% della popolazione urbana). Se raffrontiamo il dato su scala nazionale, Bergamo occupa una posizione privilegiata.

Infatti si supera di 4 punti la percentuale della popolazione italiana che pratica le biblioteche (10%). Per quanto riguarda i prestiti di libri, la cifra aggiornata al 31 dicembre 2011 indica 178.499 volumi che escono all'esterno. Un dato in calo rispetto al 2010 (195.573 prestiti) che, se si vuole, riflette la diminuzione di risorse che Palazzo Frizzoni ha disposto negli ultimi anni per l'acquisto di libri, materiale multimediale e foraggiamento all'emeroteca. Si parla, addirittura, di più del 40% in meno di risorse in tre anni. In sostanza, tagli superiori al 13% all'anno.

Un effetto crisi che ha investito, senza troppi scrupoli, anche il settore culturale della città, in particolare l'aggiornamento delle biblioteche. Dati più precisi arrivano dalla direzione della «Tiraboschi». Nel 2012 il budget dal quale attingere tocca i 96.000 euro. Decisamente in calo rispetto al 2007 (154.000 euro), al 2008 (148.000 euro) e al 2009 (107.000 euro).

Meno soldi significano meno novità editoriali sugli scaffali, non solo della Tiraboschi, ma anche per le altre sette biblioteche decentrate: Colognola, Valtesse, «Betty Ambiveri» di Boccaleone, «Gavazzeni» di Città Alta, «Pelandi» di Redona, «Caversazzi» di via Tasso e Loreto. Per farla breve si comprano metà dei libri che si acquistavano sei anni fa.

E non è un caso che i lettori più accaniti residenti a Bergamo dirottino spesso le loro richieste al sistema bibliotecario provinciale, dove un bacino più ampio di biblioteche (230 strutture) da cui attingere, interconnesse tra loro, garantisce esiti più favorevoli al bisogno (o se vogliamo al diritto) alla lettura.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 1° luglio

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