Destinazioni non gradite
Hotel devastato dai profughi

Due arresti, un carabiniere contuso, un albergo devastato e tanta paura. È il bilancio della «rivolta» innescata tra sabato e lunedì da un gruppo di profughi africani ospiti nella Bergamasca dopo aver chiesto asilo in Italia. Il gruppo era stato accolto all'albergo «Bonanza» di Bianzano.

Due arresti, un carabiniere contuso, un albergo devastato e tanta paura. È il bilancio della «rivolta» innescata tra sabato e ieri da un gruppo di profughi africani ospiti nella Bergamasca dopo aver chiesto asilo in Italia. Il gruppo era stato accolto all'albergo «Bonanza» di Bianzano, uno degli hotel a disposizione insieme alle strutture di accoglienza coordinate dalla Caritas.

Per l'albergo di Bianzano ieri era l'ultimo giorno di apertura: i titolari, infatti, hanno deciso di chiudere per trasferirsi e, proprio per la giornata di ieri, era fissata la scadenza del periodo di ospitalità. Sono dunque partite, in accordo con la Prefettura, le procedure per accompagnare i rifugiati nelle altre strutture disponibili. Non tutti i rifugiati però hanno gradito lo spostamento: volevano essere trasferiti in strutture più vicine a Bergamo o Milano.

Le prime tensioni si sono registrate sabato, in quel caso all'esterno dell'hotel, quando una prima parte degli stranieri doveva essere trasferita a Monasterolo: durante il tragitto due di loro hanno reagito agli operatori e ai carabinieri (un militare è rimasto ferito con 12 giorni di prognosi) finendo in manette per resistenza. Ieri verso mezzogiorno il secondo round: dieci rifugiati, dopo aver saputo che sarebbero andati all'hotel Gioan di Lizzola, hanno messo a soqquadro l'albergo di Bianzano. Alcuni sono andati in giardino, spogliandosi e minacciando di togliersi la vita, altri sono saliti nelle stanze distruggendo quanto hanno trovato.

La titolare è stata spintonata e ha dovuto chiamare i carabinieri, chiudendosi a chiave nel ristorante insieme al figlio e a una collaboratrice, ma i profughi hanno sfondato la porta e continuato i danneggiamenti. Sono arrivati una ventina di militari, che non senza fatica sono riusciti a portarli a Lizzola: tre di loro sono stati accolti, altri sette hanno rifiutato e sono stati presi in consegna dai militari per un'altra destinazione.

«Il governo deve affrontare la questione al più presto – commenta l'onorevole Sergio Piffari (Idv), che è anche titolare dell'hotel Gioan di Lizzola –: in questi giorni ho un incontro con il ministro per la Coesione sociale Fabrizio Barca sulla questione del terremoto e gli sottoporrò anche il problema dei rifugiati, che non possono rimanere nel "limbo" in eterno, spostati da una struttura all'altra, e hanno bisogno di risposte certe per il loro futuro, così come ne hanno bisogno le comunità che li ospitano».

Emanuele Biava

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