«Privilegiare chi viene dall'estero
sgarbo a chi è rimasto in Italia»

Silvio Garattini: «Privilegiare chi viene dall'estero è uno "sgarb" a chi è rimasto a far ricerca in Italia, spesso rinunciando a importanti lusinghe estere. La produttività del singolo ricercatore italiano non è inferiore alla media dei Paesi all'avanguardia». Clicca su commenta e dì la tua

Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri», sul numero del settimanale Oggi in edicola mercoledì, pur apprezzando l'intento e la sensibilità per il problema, critica le regole fissate dal Governo per incentivare il ritorno nelle strutture scientifiche italiane dei ricercatori italiani all'estero.

«L'incentivo - scrive Garattini - è costituito da una sostanziale riduzione della tassazione in modo da rendere più attraente lo stipendio di chi rientra. Considerando gli stipendi dei ricercatori in Italia, si può stimare che anche nel migliore dei casi l'aumento non superi il 40%».

«Privilegiare chi viene dall'estero - continua il Direttore dell'Istituto ‘Mario Negri' - è uno ‘sgarbo' a chi è rimasto a far ricerca in Italia, spesso rinunciando a importanti lusinghe estere….. La produttività del singolo ricercatore italiano non è inferiore alla media dei Paesi all'avanguardia per sostegno alla ricerca. In secondo luogo migliorare gli stipendi di chi viene dall'estero non significa usufruire pienamente delle sue capacità. I laboratori disponibili sono pochi, le infrastrutture in generale carenti, le apparecchiature scientifiche possono venire rinnovate con grande lentezza».

«E allora? Forse sarebbe meglio utilizzare i fondi per migliorare le infrastrutture. È la strada che hanno seguito le charities. Airc e Telethon hanno già attratto ricercatori italiani dall'estero, stanziando cifre che garantiscono per 3/5 anni stipendio, collaboratori, apparecchiature e spese. Questo è il modo per ripopolare la ricerca. Altrimenti il rischio è che torni solo chi ha terminato il ciclo produttivo all'estero e lo faccia perché in Italia la qualità di vita è migliore».

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