La Bergamasca e i tagli in Sanità:
quattro gli ospedali «a rischio»

Nella giornata cruciale di incontro tra il ministro della Sanità Balduzzi e le Regioni sulla spending review che prevede tagli pesanti alle spese e anche la cancellazione dei piccoli ospedali nella Bergamasca c'era aria di incertezza, tra gli addetti ai lavori.


Nella giornata cruciale dell'incontro fra il ministro della Sanità Balduzzi e le Regioni sulla spending review che prevede tagli pesanti alle spese e anche la cancellazione dei piccoli ospedali (fino a 80 posti letto) o la riconversione (tra gli 80 e 120) nella Bergamasca c'era aria di incertezza, tra gli addetti ai lavori. Ma anche di attesa: il decreto sulla revisione della spesa pubblica è ancora oggetto di discussione e non ci si sbilancia prima di avere nero su bianco. E se intanto il governatore della Lombardia Roberto Formigoni plaude all'iniziativa del governo ma contesta il metodo dei tagli lineari uguali per tutti, virtuosi e non virtuosi, rilanciando in particolare l'allarme sulla sanità e trasporto pubblico locale, il direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina aggiunge: «È presto per fare previsioni sulle ricadute nella Bergamasca, non ci sono ancora criteri definitivi. E non è il caso di creare allarmismi. Di fatto, comunque, la Regione Lombardia aveva già adottato da tempo, proprio nelle sue linee programmatiche per il 2012, piani operativi di ottimizzazione delle spese, senza toccare i servizi».

La scure
La scure del governo, intanto, prevede tra l'altro tagli di fondi sanitari alle Regioni di 4,5 miliardi di euro in 3 anni, a partire dal 2012, una riduzione delle spese per l'acquisto di beni e servizi del 5%, un taglio di 16-18 mila posti letto in meno, la chiusura dei piccoli ospedali sotto gli 80 posti letto e la riconversione di quelli tra gli 80 e i 120. E in questo caso la Bergamasca potrebbe avere delle sorprese, con almeno 4 ospedali «a rischio». Ovvero, per l'Azienda ospedaliera Treviglio-Caravaggio gli ospedali di San Giovanni Bianco e Calcinate, mentre per l'Azienda ospedaliera Bolognini di Seriate, quelli di Lovere e Piario (senza contare il caso dell'ospedale di Trescore, che è comunque già una struttura riabilitativa): sono tra gli 80 e i 120 posti letto e potrebbero infatti rientrare nella riconversione ipotizzata dalla spending review del governo. «Mi batterò fino in fondo, l'ospedale di San Giovanni Bianco non si tocca. È peraltro un ospedale di montagna, e così classificato non credo che possa essere inserito nella lista degli ospedali da riconvertire – afferma Cesare Ercole, direttore generale dell'Azienda ospedaliera Treviglio-Caravaggio – . È certo ancora presto per dare valutazioni, visto che il decreto non è stato ancora emesso e proprio sulla questione dei piccoli ospedali c'è una forte discussione in corso. Comunque, mi batterò fino in fondo. Per quanto riguarda invece Calcinate come Azienda abbiamo già iniziato un percorso per creare un ospedale "in rosa", dedicato alle specialità mediche che riguardano le donne e credo quindi che una eventuale riconversione potrebbe non essere traumatica. Per quanto riguarda invece i tagli di spesa su beni e servizi siamo tranquilli: la Regione ci ha già inviato una sorta di indicazioni sui costi medi da osservare, e la nostra azienda è assolutamente in linea». Ospedali di montagna sono classificati anche gli ospedali di Lovere (oggi si inaugura il nuovo pronto soccorso, tra l'altro) e quello, nuovissimo, di Piario, che fanno capo all'Azienda ospedaliera di Seriate: i vertici della struttura fanno sapere che come nosocomi di montagna non dovrebbero essere toccati dal provvedimento, e anche Trescore, che è già ospedale di riabilitazione, non dovrebbe essere inserito nelle riconversioni, che dovrebbero riguardare soltanto le strutture per acuti.

Posti letto
C'è poi la questione dei posti letto, che dovrebbero scendere da 4,2 per 1.000 abitanti di oggi a 3,7. «È ancora troppo presto per fare previsioni. E oltretutto in una eventuale riorganizzazione dovrà essere tenuta in considerazione l'apertura del nuovo ospedale di Bergamo, che è un elemento chiave in una eventuale revisione delle reti ospedaliere della provincia – sostiene Mara Azzi, direttore generale dell'Asl di Bergamo – . Sulla spending review in generale è presto per esprimere valutazioni, non c'è ancora nulla di definito. Di certo, non condividiamo i tagli lineari. Siamo la Regione che produce la migliore sanità e offre i migliori servizi. Non si può tagliare per tutti allo stesso modo».

Ca. T.

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