Benzinaio morto,identikit dei killer Il ministro Pisanu: no alle taglie

Le indagini per individuare i responsabili dell’omicidio di Giuseppe Maver, 61 anni, di Calolziocorte, benzinaio ucciso giovedì sera a colpi di pistola a Lecco durante un tentativo di rapina da due sconosciuti, sono in una fase cruciale: gli investigatori sono arrivati a una sorta di identikit, i responsabili sarebbero giovani, della zona, forse hanno agito sotto l’effetto della droga e non sarebbero «esperti» del crimine.

E se da un lato gli investigatori stanno lavorando senza sosta, dall’altro non si placa la bufera politica, che si è scatenata dopo che il ministro Roberto Calderoli ha annunciato una taglia di 25 mila euro sugli assassini, una ricompensa per chi fornisce informazioni utili. Non solo: Calderoli - appoggiato nell’idea della taglia anche dal collega del Carroccio, il Guardasigilli Roberto Castelli - insiste sull’ipotesi di scorporare dagli Interni l’ordine e la sicurezza pubblica, creando un ministero ad hoc. Il ministro degli Interni Pisanu, che non aveva fatto commenti finora, ieri si è espresso con parole dure: no a misure eccezionali contro la criminalità, niente sceriffi né taglie, c’è bisogno della legge e, soprattutto, del senso dello Stato. «Servono iniziative partecipate - ha dichiarato Pisanu -. Non c’è bisogno di sceriffi che pensano peggio dei loro cavalli. Il sistema sicurezza in Italia funziona bene, perché è nelle mani di un solo soggetto, unico è il codice di procedura penale e unica l’autorità nazionale di pubblica sicurezza».«Di fronte a certe provocazioni – ha aggiunto – rispondo con l’insegnamento che mi ha dato mia madre in sardo e che io traduco in italiano: "A parole sceme opponi orecchie sorde"». E una decisa bocciatura all’idea della taglia è arrivata, sempre ieri, dal presidente della Camera, Pierferdinando Casini: «Una boutade politica, partitica, una strumentalizzazione. E io mi auguro che nessuno tocchi un italiano, così come nessuno tocchi i cittadini del mondo», ha aggiunto parafrasando Calderoli, che proponendo la taglia per gli assassini del benzinaio aveva dichiarato «quell’uomo era un padano, nessuno può toccare un padano». La polemica politica, anche ieri, è stata infuocata. «Chi propone taglie non ha cultura delle istituzioni, è mosso dalla ricerca di facili consensi», ha detto il senatore Antonio Di Pietro, Italia dei valori. Il ministro di An Gasparri ha detto: «È giusto invitare a collaborare per combattere il crimine, ma un cittadino modello dovrebbe farlo per sua scelta». Dal canto suo Renzo Lusetti, della Margherita, chiede la presa di distanza in Parlamento del governo dalle dichiarazioni dei ministri Calderoli, Maroni e Castelli. E la «taglia» trova contrario Nicola Buccico, componente laico della Casa della libertà nel Consiglio superiore della magistratura: «Uno sbaglio o una sciocchezza storica, secondo i gusti».

Giustificazioni alla proposta di Calderoli arrivano dall’onorevole Ettore Pirovano, capogruppo della Lega al Senato, sindaco di Caravaggio: «Un tentativo per innescare una inversione di tendenza in quella omertà che non esiste solo in Sicilia. Non è messa in discussione la capacità delle forze dell’ordine ma è vero che i rapporti tra polizia, Finanza e carabinieri sono pressoché inesistenti».

Un no alle taglie ieri è arrivato anche dalla parrocchia di Lecco, la terra del benzinaio ucciso: «Chi sa parli, ma non per soldi», ha tuonato il prevosto di Lecco, monsignor Roberto Busti, durante l’omelia. Mentre il ministro Calderoli ieri sera si è detto «arrabbiato»: «Non ho mai chiesto azioni di privati ma ho solo invitato i cittadini a collaborare con le forze dell’ordine». Intanto, in Piemonte la Lega sta raccogliendo il denaro: lo ha annunciato Roberto Cota, presidente del Consiglio regionale.

Tornando alle indagini, gli inquirenti lavorano sull’identikit degli assassini: due giovani, giovanissimi, della zona; indossavano jeans, sciarpe, soprabiti sportivi e cappellini. E dopo l’appello lanciato a chi ha visto qualcosa dal comandante provinciale dei carabinieri di Lecco, Michele Di Santo, si attendono le prime testimonianze. La svolta potrebbe arrivare proprio perché i responsabili del delitto vengono ritenuti inesperti, forse sotto l’effetto di droghe: un professionista non avrebbe perso la calma né abbandonato bossolo, proiettili, il caricatore e neppure il cappellino, se il copricapo trovato alla fermata dei pullman è davvero il suo.

(29/11/2004)

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