Un venditore di morte racconta:
la droga dai tir di frutta alle strade

La droga si riversa nella Bergamasca senza sosta, come un male invisibile. Arriva nelle grandi città in punta di piedi, nascosta nei camion in mezzo a prodotti di ogni genere, arriva dall'estero (Olanda e Spagna soprattutto) in grandi quantità. Un pusher racconta.

La droga si riversa nella Bergamasca senza sosta, come un male invisibile. Arriva nelle grandi città in punta di piedi, nascosta nei camion in mezzo a prodotti di ogni genere, arriva dall'estero (Olanda e Spagna soprattutto) in grandi quantità, coordinata da vere e proprie Spa del crimine.

Dopo il viaggio tra lo spaccio alla stazione di Bergamo, ecco una seconda puntata. Più pericolosa e sconvolgente perché tocca i «piani alti», quelli da dove viene gestita l'organizzazione dello spaccio di droga.

L'Alto Sebino è il crocevia dello spaccio al dettaglio, la Valle Camonica invece è il grande magazzino dell'ingrosso. Gli stupefacenti, soprattutto hashish, marijuana e cocaina vengono stoccati in attesa di essere divisi e consegnati ai rappresentanti, che poi distribuiscono il prodotto ai piccoli e medi pusher addetti alla vendita.

L'organizzazione ha una struttura piramidale. Questa è la testimonianza di un pusher che da anni si arricchisce vendendo morte. «Sono arrivato in Italia da 8 anni – racconta il giovane nordafricano – tutto era già pianificato. La mia famiglia “lavora” con la droga da sempre. Quando sono sbarcato il mio permesso di soggiorno era già pronto, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Pago regolarmente i contributi all'azienda che mi ha assunto come operaio, ma non ho mai fatto una giornata in fabbrica».

Tutto il suo racconto è su L'Eco di Bergamo del 9 luglio

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