Svista del giudice di pace
E il processo dura cinque anni

Cinque anni di processo davanti al giudice di pace per un reato mai commesso, con le relative spese e ansie. Il tutto, da un lato, per un grossolano errore del primo giudice nel motivare (molto sinteticamente) un'assoluzione e, dall'altro, per l'eccesso di zelo della Procura generale.

Cinque anni di processo davanti al giudice di pace per un reato mai commesso, con le relative spese e ansie. Il tutto, da un lato, per un grossolano errore del primo giudice nel motivare (molto sinteticamente) un'assoluzione e, dall'altro, per l'eccesso di zelo della Procura generale che, pur di fronte all'evidente innocenza, ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione facendo annullare la sentenza.

La vicenda, cominciata nel 2007 da un incidente stradale, è terminata solo sabato 14 luglio davanti al giudice di pace di Bergamo, con una nuova assoluzione: protagonista un'automobilista di 53 anni di Zogno, assistita dall'avvocato Carlo Cofini.

L'accusa per lei era lesioni colpose. Il 16 aprile 2007, a Villa d'Almè, a bordo della sua Toyota Yaris la donna si trovava ferma al centro della statale 470, nella corsia di incanalamento in attesa di potersi immettere nella corsia di marcia: ad un certo punto sopraggiungeva un motociclista, che le finiva addosso, riportando lesioni guaribili in 30 giorni.

L'incidente ha dato il via all'odissea giudiziaria per la donna: sanzionata per omessa precedenza, era stata anche denunciata per lesioni colpose per lo stesso motivo. Di fatto, visto che la donna era ferma nella giusta corsia, le multe, a cui aveva fatto opposizione, erano state subito cancellate e, per lo stesso motivo, anche il processo penale davanti al giudice di pace di Almenno San Salvatore si era indirizzato fin da subito verso l'assoluzione con formula piena: citata a giudizio a marzo 2009, la donna era comparsa in udienza il 2 novembre dello stesso anno e il 4 ottobre 2010.

Quello stesso giorno era arrivata la sentenza. Il giudice, però, per motivare l'assoluzione aveva usato una singola frase, oltre tutto fuori luogo: «L'istruttoria dibattimentale ha confermato l'assenza del dolo nell'incolpato». Peccato che in un reato di tipo «colposo» il «dolo» sia escluso già a priori: e la Procura generale di Brescia, rilevato l'inghippo, e forse con eccessivo zelo, non aveva esitato a impugnare la sentenza e portarla in Cassazione.

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