Cava di Telgate, una risoluzione
per sospendere il sì a nuovi impianti

Impegnare la Giunta regionale a sospendere in via cautelativa e laddove legalmente possibile qualsiasi tipo di richiesta autorizzativa in itinere per nuovi impianti di gestione rifiuti presso il Comune di Telgate. È l'obiettivo preannunciato mercoledì 18 luglio in Commissione.

Impegnare la Giunta regionale a sospendere in via cautelativa e laddove legalmente possibile qualsiasi tipo di richiesta autorizzativa in itinere per nuovi impianti di gestione rifiuti presso il Comune di Telgate. È l'obiettivo della risoluzione preannunciata mercoledì 18 luglio nella Commissione «Ambiente e Protezione civile» presieduta da Giosuè Frosio (Lega Nord) e che sarà votata mercoledì prossimo 25 luglio dalla Commissione stessa.

In proposito sono giunte all'attenzione della Commissione due proposte di risoluzione simili, una presentata a inizio luglio da Gabriele Sola dell'Italia dei Valori, e un'altra presentata questa mattina dal gruppo della Lega Nord. «Obiettivo condiviso - ha detto il presidente Frosio - è ora quello di integrare i testi così da formulare una proposta unica e soddisfacente, su un problema, quello della cava di Telgate, sulla quale le posizioni politiche sono chiare e unanimi».

«Con questo documento - ha aggiunto Frosio - vogliamo dare seguito alle sollecitazioni degli amministratori locali cercando di dare una risposta concreta anche ai cittadini e ai rappresentanti del Comitato Intercomunale "No alla discarica" di Telgate». «Ci troviamo davanti - ha continuato Frosio - a una cava già autorizzata nel piano provinciale del 2004, e poi riconfermata anche nel piano cave successivo del 2008».

«Con questa risoluzione porremo le premesse per impedire un'ulteriore aggravio su un territorio già interessato da numerosi impianti di gestione di rifiuti, infrastrutture, cave e aree produttive, dove peraltro è stato recentemente presentato anche un progetto per la realizzazione di un impianto di compostaggio su una superficie superiore a 150mila metri quadri».

La risoluzione era stata sollecitata in occasione dell'audizione con il locale Comitato anche da Gabriele Sola (IdV), che aveva invitato la Commissione a elaborare e proporre alla Giunta regionale un documento che denunciasse in modo forte «l'ennesima degenerazione di un piano cave disgraziato: ci troviamo davanti - ha detto Sola - a un disegno criminoso, assolutamente da condannare e davanti al quale occorre ricercare ogni mezzo per impedirlo».

«Mi fa piacere - ha aggiunto poi ironicamente lo stesso Sola - che la Lega Nord condivida il testo della mia risoluzione al punto da copiarla e presentarla a sua volta su propria carta intestata. Forse avremmo potuto votare già oggi la mia risoluzione con qualche piccolo emendamento, senza procedere a presentarne un'altra uguale».

Per Valerio Bettoni (Udc) è comunque utile e opportuno che su un problema di questa importanza si lavori al raggiungimento della massima condivisione possibile. Nello specifico, sull'area interessata dalla cava, si prevede nei prossimi sei anni l'escavazione complessiva di 2 milioni di metri cubi di ghiaia e sabbia, attraverso 4 lotti di escavazione che verrebbero successivamente riempiti di rifiuti inerti derivanti principalmente da impianti termici, da precedenti trattazioni di incenerimento e da demolizioni edili.

Complessivamente ogni giorno in prossimità della località di Cascina Nullo lungo una strada comunale larga circa tre metri passeranno almeno 200 automezzi, con conseguente pesante aggravio dell'inquinamento acustico, al quale va aggiunto in termini atmosferici un incremento del PM10 pari almeno al 9%. La cava interessa un'area di ricarica degli acquiferi profondi, con conseguente rischio di contaminazione della falda sottostante. Inoltre a 100 metri di distanza scorre il torrente Rillo, destinato a raccogliere direttamente le acque di percolazione con ulteriore rischio di inquinamento ambientale.

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