Paladina: chitarra sulla lapide
No per il Comune, sì per il Tar

È polemica a Paladina dove si è innescata una guerra a colpi di ricorsi e carte bollate tra una madre che, per assecondare l'ultimo desiderio del figlio, ha fatto incidere una chitarra sulla sua lapide e il Comune. La donna si è rivolta al Tar che le ha dato ragione.

È polemica a Paladina dove si è innescata una guerra a colpi di ricorsi e carte bollate tra una madre che, per assecondare l'ultimo desiderio del figlio, ha fatto incidere una chitarra sulla sua lapide e il Comune. La donna si è rivolta al Tar che le ha dato ragione, ma il Comune non pare intenzionato a fermarsi.

Gli abitanti si dividono e sono in tanti a chiedersi se è il caso di spendere così i soldi pubblici. Tutto ruota attorno al cimitero di Paladina e alla lapide di Gianbattista Masper, musicista di professione scomparso l'anno scorso per una malattia a 49 anni.

Su suo desiderio la madre aveva fatto incidere una chitarra con una rosa intrecciata. Dopo diverse settimane i familiari avevano ricevuto una comunicazione con cui il Comune imponeva di toglierla perchè il disegno non rientrava tra quelli previsti dal regolamento del cimitero. La donna, Angela Mazzola, si è rivolta al Tar di Brescia, mentre il Comune ha deciso di resistere in giudizio, affidandosi a un avvocato.

Nei giorni scorsi il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione alla madre. «Appare ragionevole ritenere che il Comune sia incorso in un eccesso di potere - scrive il Tar - laddove ha ritenuto che, nella riproduzione sulla lapide, il previsto portafiori stilizzato non potesse avere la forma di una chitarra».

«Le regole sono regole e i criteri previsti dal regolamento vanno rispettati - ha ribadito Oscar Locatelli, sindaco di centrosinistra -. La questione non è la chitarra: quella incisione non era autorizzata ed eravamo in trattativa con la famiglia, che si è però rivolta al Tar».

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