Ztl, multa annullata a Bergamo
«Foto deve riprendere la violazione»

La contravvenzione per l'accesso con l'auto a una Ztl non è valida se la prova fotografica non riprende l'automobile nel momento della violazione e se la foto viene inviata contestualmente alla multa. Lo spiega un agente assicurativo.

La contravvenzione per l'accesso con l'auto a una zona a traffico limitato non è valida se la prova fotografica non riprende l'automobile nel momento della violazione e se la foto viene inviata contestualmente alla multa. Protagonista della vicenda è un agente assicurativo a cui è stata notificata la multa accompagnata da una foto della sua auto parcheggiata davanti a un'abitazione dentro la Ztl di Bergamo.

Facendo ricorso alla sua polizza specializzata nella tutela legale, l'uomo ha ritenuto che la violazione non fosse stata «provata» nel momento in cui sarebbe avvenuta e che fosse stata violata la propria privacy anche nell'applicazione del Codice della strada. Per le contravvenzioni al Codice della Strada, le norme prevedono, infatti, che sia notificato il verbale di violazione (art. 201 D.lg n. 285/1992 e art. 384 d.P.R. n. 495/1992), ma non la fotografia, che invece dovrebbe essere resa nota solamente a richiesta del destinatario del verbale al fine di tutelare la «riservatezza dell'utente» (art. 345 reg. es. att. C.d.S.). La fotografia dovrà essere conservata presso gli uffici dell'organo accertatore per il periodo necessario alla definizione del procedimento sanzionatorio.

Perciò l'automobilista, con il supporto della sua assicurazione, è riuscito a dimostrare che l'immagine non poteva essere utilizzata ai fini della contestazione e il verbale è stato annullato. «A tutti – ha spiegato il direttore tecnico-commerciale di una compagnia assicurativa che stipula anche polizze di tutela legale – capita di imbattersi nella vita di ogni giorno in piccoli e grandi inconvenienti, ma il fatto di non poter confrontarsi immediatamente con un legale per capire come comportarsi e quali sono i propri diritti, scoraggia dal far valere le proprie ragioni. Contrariamente agli italiani, in Germania o in Austria quasi una famiglia su due ha sottoscritto una polizza di tutela legale per mettersi al riparo dagli inconvenienti che la vita quotidiana inevitabilmente riserva e dall'incognita di spese legali onerose e di tempi biblici di risoluzione delle controversie».

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