Corruzione, indagato Formigoni
«Ho visto le carte: tutto qua?»

«Ho letto le carte, e a una seconda lettura mi sono detto: "tutto qua?"». Lo ha detto il presidente della Regione, Roberto Formigoni,,secondo il quale i giornalisti erano già avvisati la sera prima di quanto sarebbe successo questo pomeriggio. «Resto al mio posto».

«Ho letto le carte, e a una seconda lettura mi sono detto: "tutto qua?"». Lo ha detto il presidente della Regione, Roberto Formigoni,,secondo il quale i giornalisti erano già avvisati la sera prima di quanto sarebbe successo questo pomeriggio. Ovvero della notifica dell'invito a comparire nei suoi confronti.

«Io rimango al mio posto, perchè so che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia a chi gli ha chiesto se intendeva dimettersi dopo la notifica dell'invito a comparire con l'ipotesi di reato di corruzione.

«Qual è l'atto corruttivo? Dov'è la corruzione? Io non l'ho trovata». Lo ha detto Roberto Formigoni sulle accuse mossegli dalla Procura di Milano. «Sono tranquillo, non ho proprio nulla da temere dopo la lettura degli atti», ha aggiunto il presidente della Regione Lombardia indagato per corruzione.

Secondo Formigoni si tratta «dei soliti episodi, che ho già definito falsi o non a me riferibili o gravemente alterati».

«Alcuni di voi sono stati degni gazzettieri» dei magistrati: si è rivolto così il presidente della Regione Lombardia ai giornalisti in conferenza stampa, criticando anche il fatto che siano stati informati in anticipo dell'avviso di garanzia a suo carico. «Avete svolto il compito che vi siete auto affidati - ha aggiunto - con grandissima diligenza».

«Se fossi andato al San Raffaele per vedere i bilanci mi avrebbero detto: "sta a cà tua"». Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha usato una battuta in dialetto per spiegare come la Regione Lombardia non abia poteri di controllo sulle Irccs. Il presidente lombardo lo ha spiegato durante una conferenza stampa nel nuovo palazzo della Regione.

«Qui la corruzione la ghe minga. Scusate, qua l'atto corruttivo dov'è? Qua la corruzione dov'è? Io non l'ho trovata». Così il governatore Roberto Formigoni è intervenuto durante la conferenza stampa esprimendosi anche con una frase in dialetto milanese.

«Parlerò con i magistrati in un giorno compatibile con gli impegni di tutti, magari non sabato». Lo ha assicurato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni indagato per corruzione. «Avrò il piacere di spiegarmi senza il filtro della stampa», aggiunge Formigoni. «Non c'è mai stato alcun vantaggio per il San Raffaele e la Maugeri, non c'è stato alcun danno per la Regione Lombardia». Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha così contestato il contenuto dell'avviso di garanzia per corruzione. Avviso che ha definito «insussistente e infondato».

Sono «fatti falsi dall'inizio alla fine» quelli contenuti nell'avviso di garanzia che ha raggiunto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per il quale «è l'accusa che parla, poi parlerà la difesa e, infine, eventualmente un giudice terzo». Formigoni ha così spiegato la ragione per la quale non intende dimettersi a fronte di un avviso di garanzia che «è un atto a tutela dell'indagato».

«Se vanno avanti così vincerò 12 a 0» con i magistrati. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che in una conferenza stampa in cui ha parlato dell'informazione di garanzia a suo carico per corruzione ha ricordato le diverse inchieste da cui è uscito senza condanna nei 17 anni di governo.

In un altro passaggio Formigoni, che ha risposto alla domanda se non sia stanco dopo questo lungo periodo alla guida della Regione, è tornato a parlarne in questi termini: «Stancato mai - ha aggiunto -. Ho detto solo che la procura non ha esitato a proporre me e la mia giunta a un esame quotidiano, microscopico e anche notturno da cui siamo sempre usciti puliti».

«Mi ero anche prima offerto di parlare ai magistrati. Sono stati loro a non volermi sentire, perchè avevano detto che non era necessario». Lo ha sostenuto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in una conferenza stampa nel giorno in cui ha ricevuto un invito a comparire come indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione Maugeri.

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