Uniacque, ok alla fusione
Si incorpora la Bas-Sii

Il rischio che da società pubblica diventi società delle banche resta sullo sfondo, paventato solo da un gruppo sparuto di sindaci-dissidenti. L'assemblea-sprint di Uniacque ha sancito a maggioranza la fusione per incorporazione di Bas-Sii.

Il rischio che da società pubblica diventi società delle banche resta sullo sfondo, paventato solo da un gruppo sparuto di sindaci-dissidenti. L'assemblea-sprint di Uniacque, ieri, (presenti 96 soci, pari al 64,87% del capitale sociale), ha sancito a maggioranza (sei contrari e quattro astenuti) la fusione per incorporazione di Bas-Sii. Un'operazione che comporta un indebitamento verso le banche (Centrobanca, Mediocraval e Credito Bergamasco) di 23,5 milioni euro, a garanzia del quale è stato messo il patrimonio di Uniacque.

E qui un primo dubbio sorge: quale patrimonio, visto che, al momento, il conferimento delle reti da parte delle società locali (ovvero la patrimonializzazione) resta ancora un obiettivo, proprio l'unica strada (indicata in sede chiusura del bilancio 2011) per evitare il patatrac finanziario della società.

L'acquisizione (che porta sotto l'ala di Uniacque 33 nuovi Comuni, capoluogo compreso), secondo però la relazione del colosso Kpmg (nominata dal Tribunale) e il Piano economico-finanziario predisposto dalla società Finger, sulla base delle informazioni fornite dal management delle due società, regge e quindi si procede col piano di aggregazione che, secondo la legge, dovrebbe portare Uniacque a essere il gestore unico ed esclusivo del servizio idrico integrato della provincia di Bergamo. Fuori restano ancora Hydrogest (Isola) e Cogeide (Bassa), «con le quali si sta ragionando», ricorda il presidente di Uniacque Gianni D'Aloia.

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