L'Asl: nessun giallo sui posti letto
Ormai sono una «variabile liquida»

«Non esiste alcun “giallo” sul numero dei posti letto di cui è dotato il sistema sanitario provinciale perché il dato ufficiale non può essere che quello che risulta dagli atti di accreditamento delle strutture e che fa parte dei contratti che queste hanno sottoscritto con Asl».

«Non esiste alcun “giallo” sul numero dei posti letto di cui è dotato il sistema sanitario provinciale perché il dato ufficiale non può essere che quello che risulta dagli atti di accreditamento delle strutture e che fa parte dei contratti che queste hanno sottoscritto con Asl».

Lo specifica in una nota il direttore generale dell'Asl di Bergamo, Mara Azzi, rispondendo al quesito posto nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali.

«Questo dato - scrive la dottoressa Azzi - è quello comunicato al Sindacato sulla base della sua specifica richiesta. Che poi vi sia una discrepanza tra posti letto accreditati e posti letto effettivamente utilizzati è una notizia vecchia perché già nel febbraio 2006 questa Asl aveva verificato, andandoli a contare ospedale per ospedale, i posti letto effettivamente utilizzati e adoperando poi i risultati di questa rilevazione per uno studio sulle aree di attrazione/fuga dei diversi ospedali».

«Ma questo conteggio - prosegue il direttore generale dell'Asl di Bergamo -, al di là di quello per cui servì all'epoca, è un lavoro sostanzialmente ”inutile” perché, come il Sindacato ricorderà, dal 1994 con l'introduzione del pagamento a DRG l'attività nell'area dei pazienti “acuti” non viene più valorizzata sulla base dell'occupazione dei posti letto, cioè a giornate di degenza, ma sulla base dell'attività effettivamente erogata. Il nuovo sistema di valorizzazione dell'attività ha reso necessario, di conseguenza, aumentare l'efficienza di utilizzo delle risorse disponibili per cui da un lato si è migliorata l'appropriatezza erogativa delle prestazioni (ad esempio erogando come prestazioni ambulatoriali interventi chirurgici di bassa complessità che prima venivano effettuati in regime di ricovero), dall'altro consentendo fin dall'anno 2000 alle strutture accreditate l'utilizzo flessibile dei posti letto».

«Questo significa - prosegue l'Asl - che i posti letto non sono più una risorsa fissa su cui parametrare il sistema, ma che vengono utilizzati in funzione della domanda. Si capisce bene, quindi, come il numero di posti letto di cui si discute sia diventato per i reparti una “variabile liquida” il cui valore cambia di giorno in giorno in funzione dell'attività da svolgere. Altrettanto bene si capisce quindi come possa variare un tasso di occupazione se questo viene riferito ai posti letto accreditati, dato di cui può disporre Asl, o al numero medio di posti letto effettivamente utilizzati in un certo periodo, dato di cui può disporre la struttura».

«A conti fatti, comunque - conclude Mara Azzi -, l'attuale sistema risulta più che sufficiente a rispondere alla domanda espressa dai cittadini, e quindi non vi è nessuno svantaggio per il sistema bergamasco di privarsi di quei post letto che non verrebbero utilizzati».

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