Regione, stop alle cave a Telgate
Il Consiglio «impegna» la Giunta

Impegnare la Giunta regionale a sospendere in via cautelativa e laddove legalmente possibile qualsiasi tipo di richiesta autorizzativa in itinere per nuovi impianti di gestione rifiuti a Telgate. E' l'obiettivo della risoluzione approvata in Regione.

Impegnare la Giunta regionale a sospendere in via cautelativa e laddove legalmente possibile qualsiasi tipo di richiesta autorizzativa in itinere per nuovi impianti di gestione rifiuti presso il Comune di Telgate. E' l'obiettivo della risoluzione approvata oggi all'unanimità in Consiglio regionale.

“Con questo documento – ha detto il relatore e presidente della Commissione Ambiente Giosuè Frosio - diamo seguito alle sollecitazioni degli amministratori locali cercando di dare una risposta concreta anche ai cittadini e ai rappresentanti del Comitato Intercomunale “No alla discarica” di Telgate”. 

“Ci troviamo davanti – ha aggiunto Frosio - a una cava già autorizzata nel piano provinciale del 2004, e poi riconfermata anche nel piano cave successivo del 2008. Con questa risoluzione porremo le premesse per impedire un'ulteriore aggravio su un territorio già interessato da numerosi impianti di gestione di rifiuti, infrastrutture, cave e aree produttive, dove peraltro è stato recentemente presentato anche un progetto per la realizzazione di un impianto di compostaggio su una superficie superiore a 150mila metri quadri”.  

La risoluzione era stata inizialmente sollecitata in Commissione anche da Gabriele Sola (IdV), che ha evidenziato “l'ennesima degenerazione di questo piano cave: finalmente anche Regione Lombardia prende consapevolezza di come questo territorio abbia già dato e pagato troppo in termini ambientali, mi auguro che un simile accanimento non si debba più ripetere in futuro in nessun'altra area lombarda”.  

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Maurizio Martina (PD), che ha accolto con favore la risoluzione sottolineando come “le pesanti criticità dell'area siano purtroppo frutto e conseguenza di scelte politiche passate sbagliate e dannose”.

Nello specifico, sull'area interessata dalla cava, si prevede nei prossimi sei anni l'escavazione complessiva di 2 milioni di metri cubi di ghiaia e sabbia, attraverso 4 lotti di escavazione che verrebbero successivamente riempiti di rifiuti inerti derivanti principalmente da impianti termici, da precedenti trattazioni di incenerimento e da demolizioni edili.  

Complessivamente ogni giorno in prossimità della località di Cascina Nullo lungo una strada comunale larga circa tre metri passeranno almeno 200 automezzi, con conseguente pesante aggravio dell'inquinamento acustico, al quale va aggiunto in termini atmosferici un incremento del PM10 pari almeno al 9%.

La cava interessa un'area di ricarica degli acquiferi profondi, con conseguente rischio di contaminazione della falda sottostante. Inoltre a 100 metri di distanza scorre il torrente Rillo, destinato a raccogliere direttamente le acque di percolazione con ulteriore rischio di inquinamento ambientale.

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