Con l'estate è un boom di sagre
E i ristoratori vanno all'attacco

Il calendario di sagre e feste in Bergamasca è fittissimo di appuntamenti. E in parallelo ci si chiede se le feste di paese sottraggano coperti a ristoranti e pizzerie. Per Oscar Fusini, vicedirettore dell'Ascom, i ristoratori sono sul piede di guerra.

Il calendario di sagre e feste in Bergamasca è fittissimo di appuntamenti. Il boom è in estate, quando non è raro il caso di tre o quattro happening organizzati tra le varie frazioni di uno stesso paese oppure concentrati, a cadenza serrata, all'interno di un'area comunale attrezzata.

Il format è sempre lo stesso: cucina, musica, animazione, tombole, lotterie, stand promozionali. Festa che vai, novità che trovi declinata in una cucina particolarmente curata, un carnet di artisti di spessore, una location accogliente con un assetto scenografico accattivante, una pista da ballo per concedersi due passi di foxtrot oppure un buono da 1.000 euro come primo premio della tombola.

In parallelo, quasi come un inevitabile tormentone, ci si chiede se le feste di paese sottraggano coperti a ristoranti e pizzerie. Per Oscar Fusini, vicedirettore dell'Ascom, i ristoratori sono sul piede di guerra. Si salvano i locali di livello alto con una clientela refrattaria alle tensostrutture.

«Ma per i pubblici esercizi – precisa Fusini – di livello medio-basso, con un target di giovani e famiglie, la concorrenza sempre più pressante delle sagre è una vera e propria mannaia. Perdono toutcourt un mese di lavoro e per la sopravvivenza dell'impresa tagliano il personale, soprattutto giovani. I risvolti negativi sul fronte occupazionale li vedremo in autunno quando si tireranno le somme».

Fusini non mette in dubbio il valore sociale delle sagre e delle feste (lo stare insieme e la solidarietà territoriale) ma «a mandar su tutte le furie la categoria è la deregulation del settore. Infatti per sagre e feste non valgono i requisiti professionali né gli oneri e le normative di igiene e sicurezza alimentare e sul lavoro».

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