Fine Ramadan, il messaggio di Beschi
«Proseguiamo il cammino del dialogo»

Giorno di festa per i musulmani della Bergamasca: Aid al Fitr, la festa della «rottura» è arrivata, e con lei la fine del mese di digiuno di Ramadan. Il vescovo di Bergamo ha inviato un messaggio: «Proseguiamo con gioia il cammino del dialogo».

Giorno di festa per i musulmani della Bergamasca: Aid al Fitr, la festa della «rottura» è arrivata, e con lei la fine del mese di digiuno di Ramadan. Si tratta, secondo il calendario lunare musulmano, del nono mese dell'anno di durata di 29 o 30 giorni.

Il Corano prescrive che questo mese sia dedicato al digiuno, dal sorgere del sole fino al tramonto. Il digiuno - in arabo «sawn» - durante il mese di Ramadan è uno dei cinque pilastri dell'Islam. Le regole di questo mese prevedono che non si mangi, non si beva, non si fumi e non si pratichino attività sessuali dal sorgere del sole fino al tramonto. I malati, chi è in viaggio, i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza o che allattano ne sono esenti. Attesi in migliaia, domenica 19 agosto, alla Casa del Giovane.

Ecco il messaggio del vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ai musulmani in questo giorno speciale.

«Come vescovo di Bergamo colgo l'occasione della ricorrenza della festa di 'Id al-Fitr, per porgere i miei auguri a tutti voi e anche per esprimere una mia intima convinzione: la fede in Dio Creatore ci aiuta a scoprire più in profondità la fratellanza che può e deve unire ogni creatura umana».

«Mentre voi concludete il vostro itinerario spirituale di un mese di digiuno e di preghiera, assicuro anch'io la preghiera mia e di tanti fedeli della Chiesa cattolica di Bergamo perché il Signore Dio benedica tutti voi musulmani dimoranti nel territorio bergamasco e doni prosperità e pace alle vostre famiglie».

«Certamente i tempi che stiamo vivendo non sono molto facili, ma proprio la crisi economica, che tanto ci preoccupa, potrà diventare un'occasione favorevole per lavorare tutti ad una convivenza pacifica, fondata sua una solidarietà fatta di rispetto e di aiuto reciproco».

«Sono certo infatti che la Provvidenza divina ci ha voluto gli uni accanto agli altri, ci soccorrerà nelle necessità materiali e ci aiuterà a trovare forme concrete di dialogo e di impegno per l'edificazione di un mondo più giusto, più rispettoso dell'equilibro ambientale e soprattutto accogliente per le nuove generazioni, che oggi nella nostra società risultano tra le più sfavorite».

«Senza dubbio il cammino del dialogo interreligioso e della collaborazione tra fedi diverse è ancora molto lungo, ma qualche significativo passo è già stato fatto; a noi spetta il compito di non desistere di fronte ad eventuali difficoltà e di proseguire con coraggio e gioia».

«Invoco allora Dio Onnipotente e Misericordioso di far crescere in noi la fede e il desiderio di una fraternità che possa testimoniare al mondo come credere un Dio sia cosa bella e capace di regalare un bene luminoso al mondo intero!».

«Vi prego di estendere questi auguri a tutti i vostri familiari, in particolare a quelli che si trovano nella sofferenza e nella malattia. Un pensiero speciale poi per quelli che in questi tempi tribolati sono rimasti senza lavoro e vivono nell'incertezza per il loro futuro economico. Buona Festa!».

Mons. Francesco Beschi
vescovo di Bergamo

© RIPRODUZIONE RISERVATA