Sette giorni a grana e couscous
nel ventre (fresco) della Terra

Per un momento li abbiamo davvero invidiati: mentre fuori noi ci squagliamo dal caldo, gli speleologi dell'Abisso Bueno Fonteno, partiti lunedì per l'esplorazione che durerà fino a domenica, troveranno dentro la grotta una temperatura tra gli 8 e i 9 gradi.

Per un momento li abbiamo davvero invidiati: mentre fuori noi ci squagliamo dal caldo, gli speleologi dell'Abisso Bueno Fonteno, partiti lunedì per l'esplorazione che durerà fino a domenica, troveranno dentro la grotta una temperatura attorno agli 8 o 9 gradi, non di più.

Avvicinando la mano all'ingresso dell'Abisso, una stretta fessura che si incunea nella montagna, si avverte distintamente fischiare aria fredda: proviene dalle enormi cavità sotterranee. Per affrontarle, ieri si sono calati in sei: tre di loro, Max Pozzo, Laura Rescali e Andrea Belotti, resteranno nella grotta per sette giorni consecutivi; gli altri si alterneranno, e in tutto entreranno quindici esploratori. Domani inizierà anche l'avventura di Luca Pedrali e sua moglie Nadia Bocchi, gli speleosub bresciani che dovranno «portare a casa» l'obiettivo principale di questa spedizione: superare il sifone Smeraldo, posto a 502 metri di profondità, individuandone la via d'uscita che, secondo le previsioni, dovrebbe portare a una sorgente di Tavernola.

L'obiettivo della spedizione
«Puntiamo a capire e scoprire tutto di questo benedetto e maledetto sifone – ammette Pozzo, presidente del Progetto Sebino, l'associazione che riunisce quattro gruppi bergamaschi e bresciani di speleologia – che da troppo tempo rappresenta il limite estremo dell'Abisso. Se anche questa volta non riusciremo a superarlo, puntiamo comunque a mapparlo con precisione, effettuando varie misurazioni e realizzando diversi filmati».
Se la temperatura che gli speleologi troveranno dentro l'Abisso fa invidia (ma neppure 8 gradi costanti per una settimana intera sono proprio il massimo della vita...), il rancio ricorda invece certe mense militari: grana padano, affettati, latte e, vista la necessità di riscaldarsi, riso bollito, tè e couscous.

«Noi siamo prima di tutto un gruppo di amici molto affiatati – spiega Laura Rescali, fidanzata di Pozzo –, ma l'esperienza in grotta ci lega ancora di più: ci sono difficoltà da superare insieme e si condividono esperienze che fuori non si possono sperimentare. Per me è assolutamente fantastico toccare rocce ed esplorare luoghi dove mai nessuno è stato prima di noi».
«Là sotto – dice indicando l'ingresso dell'Abisso – ci sono fiumi, laghi e colori bellissimi».

Il bello della siccità
La missione partita lunedì avrà dalla sua un significativo vantaggio: la siccità delle ultime settimane agevolerà l'esplorazione. «Per una volta – spiega ancora Pozzo – scaleremo all'asciutto senza fare troppo canyoning».
Sono invece interessati alla fauna i naturalisti Fabio Gatti e Livio Palamidese che ieri sono partiti insieme al resto della truppa. «Noi sfrutteremo le esplorazioni degli speleosub – aggiunge lo stesso Gatti – per cercare di trovare animali che vivono in acque così profonde. A Luca e Nadia consegneremo un retino da plancton che loro, trascinandolo sui fondali e lungo le pareti del sifone Smeraldo, riempiranno di acqua, alghe e fango. Noi speriamo di trovare anche degli animali acquatici che possono vivere in ambienti così estremi soltanto specializzandosi molto, ma questo lo vedremo impiegando la prossima settimana i microscopi di laboratorio».

L'appuntamento per riabbracciare gli speleologi è domenica sera al campo di Fonteno, dove saranno ospiti della sagra.

Giuseppe Arrighetti

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