Il Comune multa e fa cassa
Lettori in rivolta: casi eccessivi

Le dichiarazioni del Comune di Bergamo sull'uso delle multe per rimpinguare le casse di Palazzo Frizzoni non sono piaciute a tutti e sono diverse le lettere arrivate in redazione. Leggi alcune storie ed esprimi il tuo parere.

Le dichiarazioni del Comune di Bergamo sull'uso delle multe per rimpinguare le casse di Palazzo Frizzoni non sono piaciute a tutti e sono diverse le lettere arrivate in redazione dove si segnalano ricorsi alle sanzioni «a dir poco eccessivo o “forzato”» scrive per esempio un lettore.

«Come quello che mi è accaduto lunedi 13 agosto - scrive una mail un nsotro lettore -. Volendo assistere alla proiezione di un film all'Esterno Notte alle 20.45 ho parcheggiato l'auto in via Taramelli. Sceso dall'auto ho controllato presso l'erogatore dei ticket l'orario di parcheggio con pagamento e ho potuto constatare il termine delle 19. Lungo via Taramelli c'erano altre auto già parcheggiate. All'uscita dalla proiezione, verso le 23.30 ho trovato una multa sul parabrezza (ora 23.20) con la motivazione di "sostava in località vietata con r.f.-pulizia strade” - continua la lettera -. Con mio e altrui stupore (altri automobilisti incappati nella medesima contravvenzione) abbiamo potuto verificare che i cartelli indicanti la pulizia strade poggiavano tramite treppiede sul marciapiede, nascosti dalle auto in sosta».

«Mentre insieme ad altri automobilisti discutevamo di quanto avvenuto, transitava un auto della polizia locale con due agenti (non coloro che avevano rilevato l'infrazione) e pacatamente abbiamo chiesto precisazioni in merito segnalando la gravità del fatto che i cartelli segnalatori del divieto di sosta (alti ca 150 cm) non erano visibili soprattutto con auto parcheggiate. Agenti evidentemente in imbarazzo a giustificare il tutto - va avanti la lettera -. A quanto risulta l'Atb mette i cartelli e la polizia urbana rileva le multe. Risulta anche che già la polizia urbana abbia suggerito all'amministrazione di mettere (così come avviene per es. a Milano) cartelli con divieto all'inizio della via alla normale altezza degli altri cartelli. Certo, probabilmente è più comodo così, si gioca sulla pessima segnalazione dei cartelli per prelevare dalle tasche dei cittadini denaro contante, facendo affidamento anche sul fatto che contestare un infrazione presso il Prefetto o il giudice di pace tra costi per i ricorsi (più del doppio della contravvenzione di euro 39.00) e tempo perso scoraggi i più ad affrontare questo quasi impossibile percorso».

Un'altra lettera racconta la storia di un bergamasco che per «poter partecipare ad un rito di "Consacrazione Ordine Religioso" celebrato dal vescovo nella Cattedrale di Città Alta, il giorno 20 aprile» ha richiesto e ha ricevuto dal Corpo Polizia Locale del Comune di Bergamo l'autorizzazione necessaria. «Tale autorizzazione recita espressamente : "Permesso provvisorio per l'accesso alla ZTL - Percorso : accesso alla ZTL festiva città alta e colli, la sosta dei veicoli verrà effettuata all'interno del Seminario Vescovile Giovanni XXIII". Quindi, nella totale tranquillità conferitami da questo "permesso"  - scrive il lettore - sono salito in Città Alta per recarmi alla Cattedrale. Per raggiungere il parcheggio prescritto dal "permesso" seguo il normale percorso che porta al Seminario, dal Viale delle Mura attraverso la via Vicol Mura di Santa Grata e poi per via Arena : Una volta raggiunto il parcheggio ci siamo poi recati in Cattedrale dove abbiamo assistito alla Consacrazione, quindi siamo tornati a prendere la vettura per far ritorno a casa. Ma ecco che dopo oltre due mesi da quell'evento, per l'esattezza in data 30 luglio, mi vedo recapitare una contravvenzione di 92,90 euro, spese comprese».

La lettera racconta i particolari: «Trasecolando leggo la seguente motivazione : " ... perchè transitava in via Vicol Mura di Santa Grata accedendo ad una ZTL nonostante i cartelli di divieto posti ai varchi della predetta area ... " e quindi, dopo aver verificato di possedere ancora il "permesso dei vigili", mi reco in Città Alta per vedere se per caso sui richiamati "cartelli di divieto" non vi fosse scritto qualcosa che mi era sfuggito. I cartelli non dicevano nulla di particolare, anzi consentivano espressamente il transito ai veicoli muniti di apposita autorizzazione: mi sono quindi recato fiducioso presso il Comando del Corpo Polizia Locale di Bergamo, in via Coghetti 10, certo che questa contravvenzione venisse subito annullata».

Ma questo non succede: «Non è mica così semplice! Il Vigile allo sportello mi ha consigliato, prima di ricorrere al Giudice di Pace o al Prefetto, di compilare il modulo cosidetto di "autotutela" nel quale si richiede l'annullamento della contravvenzione al medesimo Corpo di Polizia Locale. Nonostante la mia fiducia nelle Istituzioni, proprio il 21 agosto un gentile Vigile mi ha telefonato annunciandomi che la mia richiesta di annullamento non aveva sortito alcun effetto, e, nel caso lo avessi desiderato, non mi restava che far ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. Cosa che farò senza indugio, perchè ritengo semplicemente vergognoso un simile comportamento. Ma come? Se il cittadino deve 5 centesimi allo Stato, esso viene inseguito per mari e per monti, mentre se lo Stato, o un suo organo periferico come il Corpo di Polizia Locale, deve semplicemente riconoscere un suo documentatissimo errore ... allora diviene latitante».

La lettera termina con un messaggio indirizzato all'assessore Ceci: «Abbia la cura di notare che anche i miei 92,90 euro contribuiscono alle rosee previsioni di bilancio, ma non so se potrà esserne davvero così orgoglioso. Per favore, un poco di serietà nel trattare con i propri amministrati non guasterebbe davvero».

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