Treviglio, la scelta di don Raffaele
Dall'oratorio al silenzio degli eremiti

Eremita è un termine derivato dal greco e significa «chi vive nel deserto», riferito a quei religiosi che vogliono dedicarsi a una vita d'ascesi e di contemplazione, in luoghi separati dal mondo. Da domenica 2 settembre lo è anche don Raffaele Busnelli.

Eremita è un termine derivato dal greco e significa «chi vive nel deserto», riferito a quei religiosi che vogliono dedicarsi a una vita d'ascesi e di contemplazione, in luoghi separati dal mondo. Da domenica 2 settembre lo è anche don Raffaele Busnelli, il sacerdote quarantenne che ha deciso di lasciare dopo tre anni il ruolo di vicario e assistente dell'oratorio Sant'Agostino di Treviglio per intraprendere un percorso di preghiera lontano dai rumori e dai quotidiani contatti pastorali con i ragazzi e la comunità parrocchiale.

Una vita eremitica che lo porterà in una delle oasi monastiche tanto volute dal cardinale Carlo Maria Martini e che ora, dopo la sua morte, sono destinate a diventare realtà: saranno quattro, come gli altrettanti sacerdoti che vi troveranno posto, nel territorio della diocesi di Milano. Don Raffaele è ancora in attesa di conoscere il nome dell'oasi monastica che gli verrà assegnata nei prossimi giorni.

Domenica sera l'oratorio Sant'Agostino ha festeggiato don Raffaele, che dal 2009 si occupava anche delle altre cinque analoghe realtà trevigliesi e di quella di Castel Rozzone. Una scelta maturata nel tempo quella del prete di Meda (Monza Brianza): almeno da cinque anni, quando don Raffaele presentò al cardinale Dionigi Tettamanzi il suo desiderio, accolto e ora realizzato.

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