L'omelia di Scola: l'eredità è la sua vita
20 mila ai funerali del cardinal Martini

«Siamo qui convocati dalla figura imponente di questo uomo di Chiesa per esprimergli la nostra commossa gratitudine». Lo ha sottolineato l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, nella sua omelia ai funerali del cardinale Carlo Maria Martini, in Duomo.

«Siamo qui convocati dalla figura imponente di questo uomo di Chiesa per esprimergli la nostra commossa gratitudine». Lo ha sottolineato l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, nella sua omelia ai funerali del cardinale Carlo Maria Martini, in Duomo.

«In questi giorni una lunga fila di credenti e non credenti si è resa a lui presente - ha continuato Scola -. Il cardinale Martini non ci ha lasciato un testamento spirituale nel senso esplicito della parola. La sua eredità è tutta nella sua vita e nel suo magistero e noi dovremo continuare ad attingervi a lungo».

«Ha però scelto la frase da porre sulla sua tomba, tratta dal Salmo 119: "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino". In tal modo egli ci ha dato la chiave per interpretare la sua esistenza e il suo ministero. Egli che viveva eucaristicamente nella fede della resurrezione, ha sempre cercato tutto l'uomo e tutti gli uomini».

Infine l'arcivescovo ha espresso un ricordo personale di Martini: «Anch'io ho potuto far tesoro del suo aiuto sin nell'ultimo affettuoso colloquio una settimana prima della sua morte. Egli ha riversato la sua competenza, l'attenzione alla realtà contemporanea, la disponibilità all'accoglienza di tutti, la sensibilità al dialogo interreligioso, la cura per i poveri e i bisognosi, la ricerca di una via di riconciliazione per il bene della Chiesa, della società civile».

Sono 15.000, secondo le stime della Curia di Milano, le persone che hanno assistito in piazza Duomo alle esequie del cardinal Martini dai maxischermi allestiti sul sagrato del Duomo. Seimila, invece, quelli che hanno potuto partecipare alle esequie nella cattedrale.

Tra i fedeli in piazza Duomo grande momento di commozione allo scambio del gesto di pace. Ciascuno ha voluto stringere le mani delle maggior numero di persone possibili. Il rituale ha assunto così una connotazione di fratellanza collettiva e in molti non sono riusciti a trattenere l'emozione e le lacrime.

Al termine dei funerali, l'arcivescovo Scola è uscito sul sagrato del Duomo per benedire le migliaia di persone che erano rimaste ammassate sulla piazza per seguire la Messa dai maxischermi. «Grazie - ha detto Scola -. Voi qui continuate l'abbraccio che già dentro il Duomo abbiamo voluto dare al cardinale Martini». «La dipartita di questa personalità - aveva commentato prima di uscire - non ci toglie la certezza che egli è vivo e accompagna ciascuno di noi nei suoi bisogni, nelle sue domande e nelle sue urgenze».

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