L'hascisc? Un bene rifugio
«L'ho preso contro la crisi»

«Ho comprato gli undici chili di hascisc in varie tranche. L'ho fatto per arrotondare in un momento di difficoltà economica». È quanto ha in sostanza dichiarato l'elettricista trentasettenne di Pradalunga arrestato.

«Ho comprato gli undici chili di hascisc in varie tranche. L'ho fatto per arrotondare in un momento di difficoltà economica». È quanto ha in sostanza dichiarato lunedì 3 settembre, durante l'interrogatorio di garanzia, S. T., l'elettricista trentasettenne di Pradalunga arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

L'hascisc come una sorta di bene rifugio, in questi tempi di magra e di tempeste finanziarie, dove Bot, Btp e titoli vari sono in balia di oscillazioni capaci di dimezzare il capitale in un battito di ciglia. Insomma, il «fumo» come l'oro o il mattone (in effetti, i panetti trovati in tutti gli angoli della casa dell'artigiano ricordano un po' dei piccoli mattoni), un investimento di sicura rendita e con un solo rischio, quello che in Borsa varrebbe un crac: il sequestro della sostanza stupefacente e il conseguente arresto.

In questi tempi di crisi, ha spiegato l'elettricista, il lavoro non garantiva di arrivare a fine mese e così lo spaccio gli consentiva di integrare il reddito. Giustificazione che non è servita a evitare il carcere. Il giudice delle indagini preliminari ha infatti convalidato l'arresto e ha disposto che per il momento S. T. resti in via Gleno.

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