Moro, aumenta il pressing
per le dimissioni dell'assessore

Il pressing per le dimissioni dell'assessore Marcello Moro sale. «L'autosospensione non è la soluzione», è la voce che si leva da più parti a Palafrizzoni. Non basta più lo «svuotamento» delle sue funzioni.

Il pressing per le dimissioni dell'assessore Marcello Moro sale. «L'autosospensione non è la soluzione», è la voce che si leva da più parti a Palafrizzoni, sia in maggioranza sia all'opposizione. La via sui generis - ovvero lo «svuotamento» delle sue funzioni, senza però lasciare il posto in Giunta - seguita dall'amministrazione Tentorio per mettere temporaneamente una toppa al coinvolgimento del titolare piedellino di Anagrafe, personale, innovazione tecnologica e servizi cimiteriali in un'indagine su una presunta tangente per i lavori al complesso di Sant'Agostino, in attesa che l'aspetto giudiziario facesse il suo corso, è un nervo scoperto e scomodo.

Lunedì se n'è parlato nell'incontro tra il sindaco Franco Tentorio, il coordinatore provinciale del Pdl Angelo Capelli e il suo vice Basilio Mangano. Un'oretta e mezza di confronto a tutto campo, dove, oltre al «caso Moro», a tener banco sono stati anche i rapporti tra Comune e partito (da stringere, con la ridefinizione di alcuni ruoli per riequilibrare anche le varie anime del Pdl) e l'agenda da qui a fine mandato (da fissare in una «road map» e comunicare meglio).

Per sensibilità verso l'assessore, Tentorio non si sbilancia sulla richiesta di dimissioni: «Ne parlerò direttamente con lui al suo rientro». E lo stesso Capelli (tradendo, però, un certo fastidio per le foto su Facebook delle vacanze americane di Moro, ritenute quantomeno inopportune) glissa: «La decisione definitiva verrà presa nell'incontro, a breve, tra il sindaco e Moro. Certamente l'autosospensione non è una soluzione che può essere mantenuta».

Chi aggiunge qualcosa in più è il capogruppo del Pdl Giuseppe Petralia: «Le dimissioni di Moro? Stanno alla sua sensibilità, ma non credo che farà mancare il suo contributo. Non si sottrarrà».

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