Veneziani sul Parco dello sport:
più decisione, privati da pilotare

L'ex sindaco Veneziani interviene sulla questione aperta del Parco dello Sport. E con tempismo invita ad una presa di posizione, necessaria per dare una sterzata alla situazione di stallo. Lo fa con passione, perché rivive, in questi giorni, tutta la fatica fatta quando era sindaco.

L'ex sindaco Cesare Veneziani interviene sulla questione aperta del Parco dello Sport. E con tempismo invita ad una presa di posizione, necessaria per dare una sterzata alla situazione di stallo. Lo fa con passione, perché probabilmente rivive, in questi giorni, tutta la fatica fatta quando era sindaco (con Tentorio vicesindaco) per varare un progetto che in questi giorni sembra sempre più destinato al naufragio.

Cosa ne pensa delle ultime vicende legate alla variante che andrebbe a modificare il progetto iniziale?
«Come al solito a Bergamo, ci vogliono quindici, anche venti anni per arrivare ad una soluzione. Ma questo non vale solo per il Parco dello Sport, lo si può affermare anche per Porta Sud o per il Teatro Donizetti. Quando si sono presentati i problemi per il teatro cittadino, fortunatamente ho fatto costruire il Palatenda. Il problema doveva essere risolto dall'Amministrazione che mi ha succeduto, ma si è limitata a dare un'imbiancata. A tutt'oggi il problema sussiste».

Cosa ne pensa della proposta di variante al progetto presentata da Cividini, di pensare cioè ad un Parco dello Sport a «pezzi»?
«Personalmente non approvo la proposta di un Parco a pezzi, non è sicuramente la soluzione ottimale. Oltre a cambiare l'idea di un parco a disposizione dei cittadini, con lo spostamento del Palazzetto dello Sport a nord, e con tutte le altre modifiche previste nella variante, si vanno a creare dei problemi di viabilità non indifferenti. Questa versione non ha un senso e complica le cose».

Secondo lei, il progetto del Parco dello Sport andrà in porto?
«Ah, questo è un mistero. Come ho già detto, purtroppo a Bergamo è così. Mi piange davvero il cuore doverlo dire, ma non si riesce mai ad arrivare ad un punto. Per quanto riguarda lo stadio, già all'epoca Percassi ricordo che ci teneva molto, e non era ancora presidente dell'Atalanta. Oggi a maggior ragione dovrebbe essere ancora più spronato».

In questa concertazione, quanto pesa la parte politica?
«È essenziale. L'Amministrazione comunale deve pilotare, spingere per la realizzazione del progetto ed esserne convinta. Dal punto di vista finanziario un intervento di questo genere non richiede grossi sacrifici, basta individuare la strada con gli imprenditori e perseguirla con convinzione, mediando tra le parti e dando la possibilità agli imprenditori di rientrare con l'investimento».

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