«Nuovo ospedale, prima si apra
poi accerteremo le responsabilità»

Poco importa se il trasloco slitterà di qualche settimana, ciò che conta è che il nuovo ospedale apra entro fine anno. La resa dei conti verrà dopo, con l'accertamento delle responsabilità dei ritardi e dei vari inghippi.

Poco importa se il trasloco slitterà di qualche settimana, ciò che conta è che il nuovo ospedale apra entro fine anno. La resa dei conti verrà dopo, con l'accertamento (imprescindibile) delle responsabilità dei ritardi e dei vari inghippi di percorso. Maggioranza e opposizione, in Regione, sulla necessità di mettere a disposizione dei cittadini il Papa Giovanni XXIII e di essere trasparenti sulle cause che hanno portato a una dilazione dei tempi della sua messa in funzione sono d'accordo.

I consiglieri accolgono quindi con favore l'ipse dixit, ovvero le parole di Roberto Formigoni che ha assicurato: inaugurazione entro il 31 dicembre 2012, col possibile non rispetto, però, delle date del 22 e 29 ottobre (le scadenze fornite dall'azienda ospedaliera Riuniti e dall'assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani) per il passaggio di comparto amministrativo, reparti e degenti da Largo Barozzi alla Trucca. Unica voce fuori dal coro il dipietrista Gabriele Sola, che attacca: «La Regione, ancora una volta, dimostra di avere poche idee e confuse. La telenovela sull'apertura del nuovo ospedale prosegue all'insegna del caos. Quanto al fatto che Formigoni affermi di "metterci la faccia" non ci rassicura in alcun modo. Anzi, ci preoccupa seriamente».

Di un'altra opinione il leghista Daniele Belotti: «L'obiettivo di tutti dev'essere aprire l'ospedale. Settimana più o settimana meno di attesa, sarà veramente un ospedale modello di cui tutti i bergamaschi saranno orgogliosi - spiega -. Le responsabilità su eventuali illegittimità le verificheremo dopo». D'accordo anche il vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Saffioti (Pdl): «Non mi pare cambi niente se l'apertura slitta da ottobre a dicembre. Comunque sia, verrà inaugurato un gioiello di tecnologia e accoglienza, finalmente a disposizione dei bergamaschi, e non solo».

Commenta la vicenda anche il consigliere democratico Mario Barboni: «Non si straccia le vesti nessuno se si va a fine novembre o a fine dicembre. Siamo più preoccupati perché la gente sappia le vere cause, al di là di quelle evidenti, che ostano al che tutto sia pronto e utilizzato. Dev'esserci massima trasparenza sui motivi dei ritardi».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 23 settembre

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