Natta, il tablet entra in aula
Ma le famiglie devono pagare

L'istituto Natta fa pagare i tablet e i genitori protestano. La scuola ha partecipato a Generazione web, il programma di finanziamento per digitalizzare le scuole, ma - a differenza degli altri istituti del bando - richiede un pagamento per l'utilizzo.

L'istituto Natta fa pagare i tablet e i genitori protestano. La scuola ha partecipato a Generazione web, il programma di finanziamento (al 50% Regione Lombardia e Miur) per digitalizzare le scuole, ottenendo 58.000 euro per l'acquisto di tablet Samsung (299 euro l'uno) e notebook (uno per classe) che permettono l'avvio di 6 prime digitali.

La scuola ha stanziato di suo 20.000 euro per l'adeguamento del wifi, in modo che sia supportato l'accesso contemporaneo fino a 160 utenti. Le classi sono state estratte a sorte, mentre i docenti sono stati scelti fra coloro che si sono dichiarati competenti o almeno interessati alla scuola digitale. I docenti si devono acquistare da soli il tablet, dato che il tetto di finanziamento è di 10.000 euro per classe e gli allievi sono 27/28.

Fin qui la procedura è identica in tutte le scuole che hanno partecipato al bando. Ma al Natta i genitori degli studenti si son visti consegnare anche una circolare nella quale la scuola specifica diverse modalità di pagamento per l'utilizzo dei tablet secondo che si scelga il «riscatto» triennale, il «noleggio annuale» o l'adeguamento del proprio tablet per renderlo omogeneo a quello della classe. Si va da circa 567 euro a 517 fino a 418.

Come è possibile, si son chiesti i genitori, visto che l'attrezzatura è arrivata gratis alla scuola? Gli altri istituti infatti concedono l'uso gratuito del tablet (per esempio Rigoni Stern, Turoldo di Zogno o Federici di Trescore) mentre il Lussana degli esordi fece comperare l'Ipad ai genitori su base volontaria, tagliando però i costi dei testi scolastici.

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