Orobie park? Il Cai nazionale: no
Cautela a Bergamo: mediazione

Se dovesse essere applicato alla lettera, nella sua versione originaria, il nuovo regolamento del Cai in materia di ambiente e tutela del paesaggio rischierebbe di far saltare anche lo storico trofeo Parravicini di scialpinismo a Carona. Forse un po' eccessivo.

Se dovesse essere applicato alla lettera, nella sua versione originaria, il nuovo regolamento del Cai in materia di ambiente e tutela del paesaggio rischierebbe di far saltare anche lo storico trofeo Parravicini di scialpinismo a Carona. Forse un po' eccessivo.

Di sicuro c'è che il corposo documento, che la sede centrale ha proposto alle diverse sezioni nello spirito più rigoroso del sodalizio e che sabato, al rifugio Magnolini, è stato discusso anche dal Consiglio del Cai di Bergamo allargato a tutte le sue componenti territoriali, va nella direzione di una frequentazione sempre più in sintonia con i principi di salvaguardia della montagna.

Come dire: no a quel «luna park» che, anche sulle Orobie è stato ultimamente al centro di un animato dibattito, forse senza centrare però il vero punto della questione. E cioè che la frequentazione può essere al tempo stessa rispettosa, senza necessariamente dire di no a tutto.

Questione di equilibrio insomma, evitando fondamentalismi da entrambe le parti. «Il punto è proprio questo – spiega il presidente del Cai Piermario Marcolin – anche questo documento contiene i principi che tutti noi condividiamo, ma forse va leggermente smussato, cercando di mediare tra le diverse esigenze».

Ma cosa dice il documento? Tanto per citare uno dei capitoli più significativi, ecco, ad esempio, la posizione Cai sul turismo: «Prima ancora di invocare nuove norme legislative - si legge - il Cai auspica che le leggi nazionale o regionali in vigore siano applicate rigorosamente. Il Cai è contrario alla realizzazione di nuove infrastrutture, nuovi impianti o all'ampliamento di quelli esistenti, in particolare nelle aree protette».

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