Don Spada al Concilio Vaticano II
In edicola il libro di quell'esperienza

L'11 ottobre 1962 «L'Eco» titolava «Oggi il più grande avvenimento del secolo. Giovanni XXIII apre il Concilio Ecumenico Vaticano II». L'allora direttore del giornale monsignor Andrea Spada poté prendere parte alla prima sessione del Concilio.

L'11 ottobre 1962 «L'Eco di Bergamo» titolava in prima pagina: «Oggi il più grande avvenimento del secolo. Giovanni XXIII apre il Concilio Ecumenico Vaticano II». Appunto dall'ottobre al dicembre del 1962 l'allora direttore del giornale monsignor Andrea Spada (1908-2004) poté prendere parte alla prima sessione del Concilio, come perito: in quel periodo descrisse e commentò in un diario tutto ciò che poteva osservare nell'aula conciliare, ovvero nelle tribune allestite nella Basilica di San Pietro.

Le pagine in cui don Spada raccolse le sue osservazioni su vicende e protagonisti del Vaticano II, «eccezionale stupendo avvenimento della Chiesa», saranno pubblicate per la prima volta nel volume Il Diario del Concilio, in vendita giovedì 4 ottobre in abbinamento con L'Eco di Bergamo.

Monsignor Arturo Bellini, presidente della Fondazione don Andrea Spada Onlus, spiega che questa iniziativa «è un dono per la nostra diocesi: sfogliare le pagine di don Spada consente di rivivere i giorni del Concilio, con il clima di fiducia e speranza che lo animava, e riporta al cuore dei lettori il respiro universale della Chiesa, il suo ardente desiderio di porgere al mondo moderno una mano materna e cordiale».

La pubblicazione è stata resa possibile anche dal sostegno della Fondazione Credito Bergamasco: «Tradizionalmente - afferma il suo segretario generale Angelo Piazzoli -, noi appoggiamo le attività che ci sembrano poter valorizzare la storia e la cultura di Bergamo. Ci è parso doveroso, perciò, contribuire all'edizione del Diario di don Spada, figura di spicco della recente storia bergamasca, nel 50° dell'apertura di un Concilio voluto da un grande papa della nostra terra, Giovanni XXIII».

Il testo del Diario, originariamente consegnato da don Spada alla biblioteca del suo paese natale, Schilpario, è stato annotato e commentato da un appassionato studioso, Roberto Belotti (curatore anche di un seconda edizione, con un più ampio apparato di note, che verrà presentata nei prossimi giorni dal Centro Studi Valle Imagna).

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