«Comprò preferenze dalla 'ndrangheta»
Arrestato l'assessore regionale Zambetti

Avrebbe dovuto sottoscrivere un protocollo d'intesa questa mattina. Invece l'assessore alla Casa della Lombardia, Domenico Zambetti, è stato arrestato con l'accusa di aver comprato preferenze per la sua elezione nelle Regionali 2010 da esponenti della 'ndrangheta.

Avrebbe dovuto sottoscrivere il Protocollo d'Intesa per la realizzazione del progetto «Abit@giovani, 1.000 alloggi per 1.000 giovani a Milano». Invece nella mattinata di mercoledì 10 ottobre l'assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di aver comprato un pacchetto di preferenze per la sua elezione nelle Regionali 2010 da due esponenti della 'ndrangheta.

L'uomo politico è accusato di voto di scambio per aver comperato 4.000 preferenze, in vista delle elezioni del 2010, pagando 200 mila euro a due esponenti della 'ndrangheta. A suo carico vi sarebbero intercettazioni telefoniche che documentano le fasi del pagamento. L'arresto è stato chiesto dal pm della Dda Giuseppe D'Amico ed è stato disposto dal gip Alessandro Santangelo.

Con l'arresto di Zambetti, sale a 13 il numero di esponenti politici - fra Giunta e Consiglio - indagati dal 2010, inizio della legislatura al Pirellone. Proprio lunedì è stato condannato in primo grado a due anni e mezzo per falso e truffa il consigliere del Pdl Gianluca Rinaldin mentre la scorsa settimana è stato chiesto il rinvio a giudizio per varie ipotesi di reato, fra cui corruzione, per l'ex vice presidente dell'Aula, Filippo Penati, ex Pd.

Nei confronti dell'assessore è stato ipotizzato anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Dalle indagini è emerso che l'assessore avrebbe pagato 50 euro per ogni voto garantitogli dai due esponenti della 'ndrangheta. Inoltre, secono i pm, oltre al denaro in cambio dei voti, Zambetti ha garantito ad altri esponenti altri favori, individuati dagli inquirenti nell'assunzione di Teresa Costantino (figlia di Eugenio) presso l'Aler, con contratto rinnovato e migliorato e spostamento in una sede centrale su interessamento dello stesso Zambetti, oltre all'aiuto in alcuni appalti della Regione Lombardia.

L'assessore lombardo Domenico Zambetti avrebbe fatto assumere la figlia di Eugenio Costantino, presunto 'ndranghetista, in cambio dei voti della cosca. È quanto hanno spiegato i pm nel corso della conferenza stampa. La figlia del presunto boss sarebbe stata assunta all'Aler e il politico si sarebbe speso anche per favori alla mafia calabrese su alcuni appalti.

L'operazione che stamani ha portato in carcere l'assessore regionale lombardo Domenico Zambetti testimonia un "patto criminale tra un rappresentante delle Istituzioni e un gruppo della criminalità organizzata mafiosa". Lo ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini. Il politico, in base a questo passo, ha chiarito il magistrato, è diventato "un patrimonio dell'organizzazione mafiosa che da lui pretendeva favori".

Le indagini, coordinate dai carabinieri del comando provinciale di Milano e dalla Dda milanese, avrebbero accertato anche la presenza a una cena in un ristorante milanese dell'assessore regionale lombardo Domenico Zambetti e del presunto boss della 'ndrangheta Paolo Martino, già coinvolto in altri procedimenti penali sulle infiltrazioni mafiose in Lombardia. Lo hanno chiarito i pm milanesi.

Con l'inchiesta che ha portato agli arresti 20 persone, tra cui l'assessore lombardo Domenico Zambetti, è stato dimostrato "per la prima volta" in Lombardia l'esistenza del voto di scambio e soprattutto si è applicato "l'articolo 416 ter del codice penale che punisce chi chiede i voti alle cosche e in cambio paga". Lo ha chiarito il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini.

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