Distrugge le prove di una rapina
Peccato che sia un carabiniere

È finito in Tribunale con l'accusa di aver distrutto le prove di una rapina. Un comportamento che ci si potrebbe aspettare dall'autore del colpo. Invece l'accusato, in questo caso, è un maresciallo dei carabinieri, che le prove avrebbe dovuto raccoglierle.

È finito in Tribunale con l'accusa di aver distrutto le prove di una rapina. Un comportamento che ci si potrebbe aspettare dall'autore del colpo. Invece l'accusato, in questo caso, è un maresciallo dei carabinieri, che le prove avrebbe dovuto raccoglierle.

Il militare nel dicembre del 2010 stava svolgendo indagini dopo una rapina messa a segno in una casa di Albino, dove alcuni malviventi erano entrati intorno alle 18,50.

Secondo l'accusa il carabiniere avrebbe soppresso e distrutto le tracce degli autori. Stando a quanto raccontato da alcuni suoi colleghi, il militare avrebbe prelevato qualcosa di rosso dalla casa della rapina: sangue, stando all'accusa; rossetto invece, secondo l'accusato.

Ma non è tutto: il maresciallo avrebbe anche distrutto le impronte di un rapinatore senza avvertire il magistrato che si occupava del caso. E ancora avrebbe sottratto i verbali della parte lesa e di una testimone, distruggendo anche altri verbali di individuazione fotografica.

Quale sia stato il vero motivo del comportamento del carabiniere - sentito dal gup durante l'udienza preliminare, dopo che il militare ha chiesto il rito abbreviato - è difficile dirlo. «In quel periodo avevo dei problemi - si sarebbe giustificato - ed ero molto turbato».

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