L'indagine sul caso Moro:
«Complessa, ci servono esperti»

È trascorso più di un mese da quando il «caso Moro» è passato nelle mani della Commissione Trasparenza. Ma per l'indagine interna a Palafrizzoni è stata chiesta una proroga: i consiglieri incaricati chiedono l'aiuto di esperti.

È trascorso più di un mese da quando il «caso Moro» è passato nelle mani della Commissione Trasparenza. Ma l'indagine interna a Palafrizzoni se non è punto a capo, poco ci manca. I consiglieri Sergio Gandi (Pd) e Giuseppe Petralia (Pdl) - incaricati quali rappresentanti di opposizione e maggioranza di approfondire le carte - hanno incontrato martedì il presidente dell'organismo consiliare Giuseppe Mazzoleni (Udc) non solo per chiedere una proroga dei tempi (in origine due settimane) per analizzare i documenti, ma anche per essere affiancati da degli esperti nella loro lettura.

Troppo complessa e troppo tecnica. Il faldone di cento pagine e passa è quello che riguarda la transazione del Comune con l'impresa fiorentina Baldassini-Tognozzi per i lavori al complesso di Sant'Agostino, l'appalto chiamato in causa dall'imprenditore Pierluca Locatelli, come oggetto di una presunta tangente all'ex assessore (a Personale, Innovazione tecnologica, Cimiteri, Anagrafe, e quindi per nulla competente in materia di lavori pubblici) Marcello Moro (Pdl).

Al quale fu anche mandata via fax una copia di una mail (con intestazione «Alla c.a. assessore M. Moro») con cui l'avvocato del Comune Vito Gritti informava i legali dell'impresa del procedere della trattativa.

Per i consiglieri restano molti dubbi da dissipare proprio sulla delibera che portò a chiudere (per 800 mila euro) il contenzioso con la società fiorentina.

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