Il Pd: la Lega attacca Casa Amica
Ma è una realtà da sostenere

«La Lega, ancora una volta, attacca Casa Amica dopo che nel consiglio d'amministrazione sono state rese note, in modo trasparente, le difficili condizioni economiche in cui versa la fondazione. Condizioni economiche che però sono ancora lontane dal tracollo».

«La Lega, ancora una volta, attacca Casa Amica dopo che nel consiglio d'amministrazione sono state rese note, in modo trasparente, le difficili condizioni economiche in cui versa la fondazione. Condizioni economiche che però sono ancora lontane dal tracollo».

«Tanto è vero che all'unanimità, compreso il voto del rappresentante della Provincia, è stato predisposto un piano di alienazione del patrimonio inattivo, per poter continuare ad aiutare le 250 famiglie, circa 2000 persone, che ad oggi si avvalgono dei servizi di Casa Amica».

«A nostro parere il "pretesto" delle difficoltà economiche non giustifica l'attacco politico alla Fondazione, la cui missione è invece sempre più necessaria. I numeri che riguardano gli sfratti parlano da soli: nel 2010 sono stati 1045 i provvedimenti eseguiti, nel 2011 sono stati 1234 e nei primi 6 mesi di quest'anno sono 819 le richieste di sfratto».

«Dati in continuo aumento, che vanno di pari passo al perdurare della crisi legato in molti casi alla perdita o la riduzione del lavoro, e alla perdita di potere di acquisto dei salari e pensioni. Non a caso siamo la terza provincia in Regione Lombardia a detenere questo triste primato».

«Pensiamo sia quindi interesse di tutti fare il possibile per sostenere Casa Amica e l'importante ruolo sociale che svolge, invece che approfittare della difficile situazione per augurarne la chiusura. E ci sembrerebbe ancora più necessario riconoscere che iniziative, come quelle della Fondazione, di sostegno al bisogno abitativo per molte famiglie permettono di evitare che le situazioni di difficoltà transitoria diventino vere e proprie emergenze con i conseguenti costi sociali ed economici molto più consistenti e gravi a cui gli enti locali devono obbligatoriamente rispondere, non solo per ragioni di civiltà ma perché lo impone la legge, soprattutto nel caso di famiglie con minori».

«Riteniamo quindi quanto meno inopportuno e strumentale l'intervento del segretario provinciale leghista Invernizzi, nonché assessore del Comune di Bergamo, che sembra non vedere l'ora di chiudere un'esperienza che negli anni è stata importante per la città e la Bergamasca, e che lo è tanto più oggi, nel momento di difficoltà che questo territorio sta vivendo».

Elena Carnevali, capogruppo Pd

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