Tensione Formigoni-Maroni
Sono in contrasto su tutto

Sale sempre più la tensione fra il governatore lombardo Formigoni e il segretario della Lega Nord, Maroni, sul voto in Lombardia. Formigoni: «Colui che si è assunto la responsabilità grave di rompere l'alleanza non può pretendere di essere il candidato di tutti».

Sale sempre più la tensione fra il governatore lombardo Roberto Formigoni e il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, sul voto in Lombardia. Formigoni ribadisce il no all'ipotesi di candidatura di Maroni: «Io non credo che colui che si è assunto la responsabilità grave di rompere l'alleanza possa pretendere oggi di essere il candidato di tutti».

E la replica di Maroni arriva a tamburo battente: «Ho fatto pulizia nella Lega e voglio fare pulizia anche nel palazzo della Regione Lombardia, dove abbiamo visto che la 'ndrangheta è riuscita a entrare». Da parte sua il centrosinistra cerca una candidatura «alla Pisapia».

Il nome più accreditato è quello di Umberto Ambrosoli, figlio del commissario liquidatore della Banca Privata Italiana ucciso nel 1979. Ambrosoli dovrebbe sciogliere la riserva in un incontro proprio con il sindaco meneghino domenica 21 ottobre.

Non solo. Tra i due è scontro anche sulla data delle elezioni. A Varese, sabato, una decina di militanti della Fiamma Tricolore hanno contestato Formigoni al suo arrivo per un comizio in piazza San Vittore. I contestatori hanno invaso la piazza al grido «dimissioni, dimissioni» mentre il presidente saliva sul palco, ma sono stati fatti allontanare prima che il prendesse la parola.

Alcuni esponenti della Lega di Varese hanno offerto a Formigoni una tazza di camomilla, invece, come «gesto goliardico - hanno spiegato - per rimarcare come nei giorni scorsi il governatore si sia mosso in maniera un po' scomposta».

Il tutto avviene nei giorni dei gazebo che la Lega Nord ha allestito nelle piazze della Lombardia per le primarie del Carroccio. Il governatore lombardo Formigoni vuole andare al voto anticipato il 16 o il 23 dicembre prossimi. «Anch'io ho sentito il ministero dell'Interno, la presidenza del consiglio e la prefettura. E quella che ho sentito è un'opinione un po' diversa da quella del presidente Formigoni», replica Maroni al governatore, il quale aveva sostenuto che il governo concorda con lui nel ritenere che in Lombardia occorre andare al voto «il prima possibile» e non in un unico election day con le politiche ad aprile.

E Formigoni ribatte: «La data sarà scelta dal prefetto di Milano in unità con il governo, quindi io non ho titolo per decidere. Segnalo soltanto che la prima data utile è il 16 dicembre e l'ultima il 27 gennaio, ai sensi della legge vigente». E su Twitter: «Mi spiace dover smentire ancora Maroni, ma mezzora fa il governo mi ha confermato che andremo al voto in tempi molto rapidi».

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