L'Ad di Trenord, Giuseppe Biesuz:
«Per Milano un treno ogni 15'»

«Lo vede quel coso lì...?». Giuseppe Biesuz indica un telefono ante litteram appeso al muro del suo ufficio milanese di Cadorna: memorabilia pura, in legno massiccio con manovella a latere. Commenta sul blog di Eco Lab

«Lo vede quel coso lì...?». Giuseppe Biesuz indica un telefono ante litteram appeso al muro del suo ufficio milanese di Cadorna: memorabilia pura, in legno massiccio con manovella a latere. «Ecco, fino al 1980 era il numero 004 in funzione alla stazione di Affori e lo si usava per dare l'ok ai treni. 1980...» spiega l'amministratore delegato di Trenord.

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L'anno scorso aveva definito il servizio di Trenord mediocre: ora che giudizio dà?
«È migliorato, ma ancora sotto gli standard che ci attendiamo».

Quindi niente salto di qualità?
«Non ancora. O meglio, voglio di più».

Si figuri i pendolari...
«Guardi, oggettivamente il decoro delle carrozze è migliorato. Prima c'erano 130 soppressioni al giorno, oggi siamo allo 0,4 per cento. Per me è un risultato industriale eccellente, per il pendolare probabilmente no».

Sicuramente no. Il servizio continua a risultare insoddisfacente.
«In alcune zone. Se lei va a Pavia o Lodi, per esempio, dicono che gli abbiamo cambiato la vita».

Ma siccome verrei da Bergamo...
«Lì c'è il problema di Carnate».

Conosciamo, il ponte di Paderno, eccetera...
«Ma i treni li abbiamo un po' messi a posto. Certo, fino a quando non completeremo il piano degli investimenti... Guardi qua...».

E sul tavolo compare un faldone con dei moderni Coradia, i treni Alstom usati per il Lombardia Express.
«Sono 10, e arriveranno a Bergamo».

Ma servono comunque 18-24 mesi.
«Nell'attesa, da dicembre, metteremo mano agli orari, considerando in modo unitario le linee via Carnate e via Treviglio. In questo modo, nell'ora di punta, ci sarà un treno ogni quarto d'ora».

Senza aumentare l'offerta, però.
«No, dando però un assetto diverso. Oggi magari i treni partono a distanza di 5 minuti l'uno dall'altro, ma se li inserisco in una logica di cadenzamento la percezione dell'offerta cambia. Uno arriva e ogni quarto d'ora ha comunque un treno per Milano, via Carnate o Treviglio. Tra l'altro, con la sistemazione della Seregno-Saronno si potrebbe pensare anche ad un collegamento diretto da Bergamo a Malpensa».

I pendolari sarebbero già soddisfatti di arrivare, e bene, a Milano.
«Dove converge l'80 per cento del traffico di tutta la Regione».

Con tutti i ritardi del caso causati dalla congestione del nodo.
«Sui 550 milioni messi in gara da Rfi per il rinnovo degli impianti tecnologici da Torino a Venezia, 380 sono per Milano. Il che vuol dire che sbottiglieremo tutto».

Ne è sicuro?
«Il Lombardia Express ogni giorno ha 5-6 minuti d'anticipo. Vuol dire che il servizio puoi venderlo sui 25 minuti».

Sul Lombardia Express, però...
«No, il nostro obiettivo di budget 2013 è ridurre i tempi di percorrenza in generale: un nuovo orario complessivo del sistema regionale».

Dunque, sulla via Treviglio, sulla carta ora siamo a 48 minuti...
«Si può fare a 35».

Rischia di fare il bis della mancata promessa di quest'anno...
«Certo, ma non l'ho mancata tutta. Speravo di fare meglio, ma lo sforzo fatto è importante. E comunque in Lombardia la domanda è aumentata in modo esponenziale: per la crisi economica e il costo della benzina, certo, ma c'è stato anche il miglioramento del servizio. Poi abbiamo problemi enormi, d'accordo: uno arriva alla stazione di Bergamo e trova quel disastro...».

Sarebbe colpa di Centostazioni, non vostra.
«Ma alla fine uno percepisce la situazione come un unicum, giustamente: non a caso vogliamo gestire noi le biglietterie. Perché qui le cose devono cambiare: il gestore dell'infrastruttura per me è un fornitore di servizi: e se così è, visto che pago il pedaggio, i servizi li fa come dico io e non come dice lui».

Ce l'ha con Rfi?
«E certo che sì. Di imposizioni dall'alto non ne accetto più: su stazioni, tracce, tempi di percorrenza voglio poter dire la mia. Sennò non pago».
 
Dino Nikpalj

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