Stadio? No, maxiparco a Grumello
E si guadagnano 35 ettari di verde

Il futuro dell'area dove sarebbe dovuto sorgere il Parco dello Sport è verde, anzi verdissimo. Quei campi che erano destinati a diventare una mera cornice dello stadio saranno l'elemento prìncipe di un progetto avviato un anno fa: il Parco agricolo ecologico.

Il futuro dell'area dove sarebbe dovuto sorgere il Parco dello Sport è verde, anzi verdissimo. Quei campi che erano destinati a diventare una mera cornice dello stadio saranno l'elemento prìncipe di un progetto avviato un anno fa, ma che con l'eclissi dell'accordo Percassi-Cividini ha acquisito nuovo vigore.

L'idea dell'amministrazione è di creare un Parco agricolo ecologico (Pae), di cui è stata sancita l'effettiva nascita nel luglio 2011. Un Plis (Parco locale di interesse sovracomunale) di circa 300 ettari, praticamente oltre 300 campi da calcio, che si sviluppa tra Colognola, Grumello del Piano e Stezzano. Il secondo in città per ampiezza dopo il Parco dei Colli.

Il grande comprensorio verde, la più ampia porzione di terreni coltivati in città, dalle intenzioni annunciate dall'amministrazione comunale, si presta a diventare un polmone verde fondamentale, un «giardino agricolo» dotato di percorsi ciclopedonali che collegano i diversi quartieri a sud della città.

Al momento è in corso la fase progettuale: «Oggi ci sono campi coltivati da una decina di aziende agricole – spiega Massimo Bandera, assessore all'Ambiente –. In gran parte sono terreni comunali dati in uso alle aziende, ci sono poi dei percorsi e sentieri e una rete di canali per l'irrigazione. Lo scorso luglio la provincia di Bergamo ha riconosciuto un Plis che si sviluppa su aree del comune di Bergamo e Stezzano. Abbiamo stanziato 70 mila euro per la fase di start up e stiamo predisponendo un piano pluriennale degli interventi».

Tra le novità l'intenzione di collegare il Pae alla città, utilizzando come corridoio verde l'area dove doveva sorgere lo stadio e come proscenio verso la città il parco Ovest, recentemente piantumato. Ora non resta che valorizzare questa ampia area verde, un vero e proprio borgo agricolo. Al momento è in corso uno studio per valutare le prospettive del parco. E per disegnare il suo futuro, si parte dal passato.

È Gianfrancesco Ruggeri, agronomo paesaggista, che collabora al progetto, ad offrire affascinanti suggestioni su quello che è stato il parco. Un'infinita distesa di campi fioriti che ha affascinato persino una nobile vissuta a fine ‘700, di passaggio a Bergamo durante il Grand Tour, che scrive: «Percorriamo dei bei campi, pieni di alberi e seminati di fiori, e bagnati da mille ruscelli. Alla fine di questo giardino troviamo Bergamo, un anfiteatro su una collina».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 28 ottobre

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