Sparite moto per mezzo milione:
a Covo per protestare erano in 70

Sono una settantina i «moto-truffati» che si sono ritrovati domenica pomeriggio a Covo per cercare di trovare una soluzione alla sparizione delle loro dueruote. Tutti avevano qualcosa in comune: una moto data in conto vendita e qualche pezzo di carta straccia in tasca.

Sono una settantina i «moto-truffati» che si sono ritrovati domenica pomeriggio a Covo per cercare di trovare una soluzione alla sparizione delle loro preziose dueruote. Tutti avevano qualcosa in comune: una moto data in conto vendita e qualche pezzo di carta straccia in tasca.

Secondo il loro portavoce, Roberto Alessi, le motociclette sparite sarebbero un centinaio, quasi tutte di grossa cilindrata e di grande valore: in totale si supererebbe abbondantemente il mezzo milione di valore. Roberto è uno dei tanti che si è fidato e ha firmato un «conto vendita» per una bella moto da 8.000 euro: ora ha in tasca solo un assegno impagato dello stesso importo.

Le motociclette, secondo quanto è stato ricostruito da alcuni che si sono informati al Pra, sarebbero finite all'estero, quasi la metà in Germania. Al Pubblico registro italiano le moto risultano radiate.

Le storie che hanno raccontato i proprietari - radunati davanti alle due sedi del  negozio «L'Angolo della moto» di via Pradone a Covo - sono tutte molto simili. I legittimi proprietari delle dueruote hanno messo un annuncio, hanno ricevuto una telefonata dai proprietari del negozio («ho un cliente per la sua moto»), spesso sono stati addirittura raggiunti a casa per il ritiro, hanno firmato un conto vendita, poi più niente. Solo una serie infinita di telefonate, inviti a passare in negozio («guardi, il cliente sta aspettando l'ok della finanziaria». Alla fine più niente.

A Covo è arrivato con Alessi anche un aavvocato di Treviglio che ha offertyo il suo aiuto per una azione legale comune. Sarà una lunga e difficile trafila per tutti.

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