Mozzanica, l'addio al nigeriano
morto dopo la lite con il fratello

Si svolgeranno sabato a Mozzanica i funerali di Daniel Kolade, il trentenne nigeriano deceduto dopo un acceso litigio domestico col fratello Joseph. Il feretro verrà accompagnato dalla camera mortuaria dell'ospedale di Treviglio nella chiesa parrocchiale alle 15.

Si svolgeranno sabato pomeriggio a Mozzanica i funerali di Daniel Kolade, il trentenne nigeriano residente in paese, deceduto sabato scorso poche ore dopo un acceso litigio domestico col fratello Joseph. Il feretro verrà accompagnato direttamente dalla camera mortuaria dell'ospedale di Treviglio nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano, dove alle 15 avranno inizio le esequie. Per volontà della moglie Aderonke, Daniel Kolade sarà poi tumulato nel cimitero mozzanichese.

Ieri dalla porta dell'appartamento di via Ceresoli 13, all'interno del qualq sabato pomeriggio i due fratelli avevano litigato, i carabinieri del nucleo scientifico del Comando di Bergamo hanno tolto i sigilli, all'indomani della scarcerazione di Joseph Kolade su disposizione del sostituto procuratore Fabio Pelosi che coordina le indagini. Una decisione presa al termine dell'esame autoptico eseguito mercoledì mattina sulla salma del nigeriano.

Il medico legale Luca Tajana, esperto del dipartimento di medicina legale dell'Università di Pavia, ha già potuto chiarire che non c'è un nesso casuale tra le presunte lesioni riportate dalla vittima durante il litigio e il decesso, avvenuto diverse ore più tardi. Una prima e determinante indicazione che così ha fatto venire meno gli indizi di grave colpevolezza a carico del ventottenne Joseph Kolade, però ancora formalmente indagato per omicidio preterintenzionale.

Nella casa di via Ceresoli 13, dove Danile Kolade abitava con moglie, il suo bimbo e ultimamente col fratello e la sua compagna, nessuno è più entrato. I vicini ieri hanno confermato che nell'abitazione posta al pianterreno di una vecchia casa di ringhiera tutto è rimasto come il giorno del movimentato litigio. Dopo la scarcerazione, avvenuta mercoledì pomeriggio, Joseph Kolade è tornato a Treviglio ed è ospite di una famiglia di nigeriani.

Per lui ha parlato il connazionale pastore evangelico Jhonson Rotimi: «Joseph soffre, vuole restare isolato ed evitare di parlare - ha fatto sapere Rotimi – soprattutto in merito a una vicenda finita in modo così tragico».

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