Tangenti, Zambelli non ci sta
Ipotesi di ricorso in Cassazione

Secondo i giudici è reale il pericolo che Dario Zambelli possa inquinare le prove oppure reiterare il reato: per questo deve restare in carcere. Gli avvocati stanno però studiando le possibili contromosse: probabile un ricorso in Cassazione

Secondo i giudici del Tribunale del Riesame di Milano è reale il pericolo che Dario Zambelli possa inquinare le prove oppure reiterare il reato: per questo deve restare in carcere. È quanto sostengono i magistrati in 18 pagine di motivazioni, che sono state depositate sabato in cancelleria a Milano. Il Riesame nei giorni scorsi aveva respinto l'istanza con cui i legali dell'ex manager del turismo targato Cisl (gli avvocati Roberto Bruni e Giuseppe Bana) chiedevano la revoca della misura cautelare o almeno, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari.

Ora, lette le motivazioni in cui i giudici ribadiscono i presunti pericoli di reiterazione del reato ed inquinamento delle prove, gli avvocati stanno studiando le possibili contromosse: è probabile da parte loro un ricorso alla Corte di Cassazione (i cui tempi di decisione però, anche in caso di verdetto favorevole, non consentirebbero comunque a Zambelli un'uscita dal carcere a breve). Martedì 6 novembre Zambelli riceverà a San Vittore una nuova visita dei suoi legali, per fare il punto della situazione. Secondo gli avvocati non sussistono i pericoli ravvisati dai giudici: Zambelli, infatti, si è dimesso da tutte le cariche societarie.

Il funzionario della Cisl di Bergamo, arrestato l'8 ottobre scorso, era il responsabile di Borgunitour e Bert Unitour, società di turismo controllate dalla Cisl di Bergamo, per conto delle quali aveva partecipato ad alcuni bandi di gara (per 32 milioni di euro) del Comune di Milano per l'assegnazione della gestione di case vacanza per bambini. Bandi vinti ma, sostengono gli inquirenti, senza che le società amministrate da Zambelli avessero i requisiti in regola e soprattutto grazie alle presunte «spinte» del funzionario del Comune di Milano, Patrizio Mercadante, anch'egli residente a Bergamo, già preside dell'istituto per geometri «Quarenghi» e uomo di fiducia dell'ex assessore bergamasca al Comune di Milano, Mariolina Moioli. Anche Mercadante è stato arrestato e si trova rinchiuso a San Vittore. Oltre all'accusa di turbativa degli incanti, è accusato anche di corruzione e truffa, per un finanziamento da 100 mila euro concesso alla Fondazione Pini di Milano, in cambio – è la tesi degli inquirenti – di 20 mila euro ricevuti attraverso presunte consulenze fittizie.

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