Zanica, assolto dopo 15 anni
«E' stata una vera odissea»

Corrado Campoccia era finito in una inchiesta, il 4 settembre del 1997, precipitando in un limbo kafkiano che lo ha tenuto prigioniero sino a ieri, quando - 15 anni dopo - la corte d'appello lo ha assolto per non aver commesso il fatto.

Il bottino delle rapine che gli venivano attribuite è in lire. Metà anni Novanta, quando nelle banche della Bergamasca imperversava quella che i titolisti della nera locale avevano battezzato «la banda del taglierino».

Corrado Campoccia era finito in questa inchiesta dopo l'arresto, il 4 settembre del 1997, precipitando in un limbo kafkiano che lo ha tenuto prigioniero sino a ieri, quando - 15 anni dopo - la corte d'appello lo ha assolto per non aver commesso il fatto. Tre lustri passati con una spada di Damocle sul capo, roba da esasperare anche un santo. Tanto che lo scorso anno l'uomo, oggi trentanovenne, era sbottato invocando finanche una condanna purché si mettesse fine a questo calvario di lentezze giudiziarie.

Accontentato: a dicembre il tribunale di Bergamo gli aveva inflitto tre anni e mezzo per il colpo alla Banca di credito cooperativo di Zanica del settembre '97, assolvendolo invece dagli altri 14 assalti. Il verdetto era stato impugnato dal difensore, l'avvocato Davide Mancusi, che ieri è riuscito a dimostrare l'estraneità del suo assistito.

Otto anni ci aveva messo la Procura di Bergamo a chiedere il rinvio a giudizio per Campoccia e altri cinque presunti complici, tra cui il padre, noto pregiudicato catanese. Solo nel marzo del 2006 si era giunti al processo davanti al tribunale. Ma anche qui si è marciato al passo di lumaca per i vari cambi di composizione del collegio che imponevano di ricominciare ogni volta da capo e per quell'alluvione di testimonianze che, dopo tanti anni, è finita per diventare una palude.

«È stata un'odissea», sussurra con voce stanca. Da ieri Corrado Campoccia dovrebbe essere l'uomo più felice del mondo. Ma come si fa? Sosteneva Cesare Beccaria che non c'è peggior ingiustizia di una giustizia che arriva in ritardo.

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