Calendario venatorio sospeso
ma i cacciatori non ci stanno

Sullo scontro Wwf-Provincia in merito alla sospensione del calendario venatorio stabilito il 6 novembre da un decreto della sezione di Brescia del Tar Lombardia intervengono anche i cacciatori bergamaschi.

Sullo scontro Wwf-Provincia in merito alla sospensione del calendario venatorio stabilito il 6 novembre da un decreto della sezione di Brescia del Tar Lombardia intervengono anche i cacciatori bergamaschi.

In vista del pronunciamento della Corte Costituzionale previsto per il 5 dicembre è stata infatti decisa una sospensiva nei confronti dell'integrazione delle due giornate di caccia da appostamento fisso e della caccia sulla neve nel territorio delle Comunità montane.

«Evidentemente – commenta Fortunato Busana, portavoce di Civiltà rurale e coordinatore regionale dell'Associazione cacciatori lombardi –, non bastano le due giornate di silenzio venatorio che non hanno riscontro in alcun Paese d'Europa. C'è chi attraverso ricorsi intende ridurre con ogni mezzo a disposizione lo svolgimento dell'attività venatoria da appostamento fisso».

Busana sottolinea che «il decreto del Tar in termini giuridici è da definirsi «in audito» perché non ha previsto l'audizione della controparte, cioè la Provincia. A subirne le conseguenze è, ancora una volta, il cacciatore bergamasco, in particolare gli appassionati della caccia da appostamento fisso che hanno peraltro il merito di contribuire alla pulizia dei sentieri e al mantenimento dell'ambiente.

«Questi cacciatori ad inizio stagione hanno però pagato regolarmente le tasse di concessione, pensando di fare affidamento su un calendario venatorio regionale approvato con legge».

Civiltà rurale auspica una riunione del Coordinamento unitario provinciale delle associazioni venatorie (Cupav) per esaminare congiuntamente la situazione ed intraprendere eventuali iniziative sul territorio. «Il ricorso del Wwf – continua Busana – si colloca nel novero di quelli intrapresi in altre province italiane e quindi si tratta di una vera e propria strategia a vasto raggio al fine di limitare il più possibile l'attività venatoria. Tuttavia ricordo che il ricorso presentato dal Wwf lo scorso anno nei confronti dell'attività di caccia attraverso i roccoli è stato rigettato dando ragione alla Provincia di Bergamo».

Laura Arnoldi

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