Cologno, nessun rifiuto pericoloso
L'ex cava diventerà area verde

Nessun rifiuto pericoloso o altro materiale illecito è stato utilizzato nei lavori, tuttora in corso, per la riqualificazione ambientale della «Cava al tiro» di Cologno. A fugare i dubbi emersi, i risultati delle analisi sui campioni di terreno.

Nessun rifiuto pericoloso o altro materiale illecito è stato utilizzato nei lavori, tuttora in corso, per la riqualificazione ambientale della «Cava al tiro» di Cologno. A fugare i dubbi emersi la scorsa primavera in un Consiglio comunale, i risultati delle analisi sui campioni di terreno prelevati durante il controllo eseguito dai tecnici comunali insieme ai rappresentanti dell'omonima impresa di escavazioni e dai loro consulenti.

A gettare ombre sull'intervento nell'ex cava, estesa su un'area di oltre 150 mila metri quadrati, era stata una mozione del gruppo di minoranza «Progetto Cologno», preoccupato del fatto che il professionista a cui era affidato l'intervento - Andrea David Oldrati di Gorlago - era stato coinvolto nelle indagini sul traffico illecito di rifiuti pericolosi sulla Brebemi. Il gruppo guidato da Chiara Drago aveva chiesto al Comune di sospendere i lavori per verificare, coinvolgendo anche gli enti superiori, la natura dei materiali utilizzati per il rinterro, assicurandosi che tutto si fosse svolto a regola l'arte. In quella seduta, l'assessore all'Ambiente Gianluigi Bentoglio aveva risposto che si sarebbero fatti dei carotaggi per fugare ogni dubbio.

Intanto, secondo il progetto, la cava diventerà un'oasi naturalistica fruibile al pubblico. Attualmente è in corso la quarta fase, ovvero la realizzazione del secondo laghetto balneabile con la piantumazione di piante acquatiche per la depurazione dell'acqua, e sarà creato anche un collegamento con il fontanile e con l'altro laghetto.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 12 novembre

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