Il racconto di un bracconiere
«Si guadagna con polenta e osei»

Dalla Valseriana ai boschi di Valbondione, dai Colli di San Fermo alle verdi pianure della Bassa. Ma anche battute lampo in Trentino a caccia di camosci o settimane al Sud Italia e nell'Est Europa, per riempire i carnieri di cardellini e pettirossi.

Dalla Valseriana ai boschi di Valbondione, dai Colli di San Fermo alle verdi pianure della Bassa. Ma anche battute lampo in Trentino a caccia di camosci o settimane al Sud Italia e nell'Est Europa, per riempire i carnieri di cardellini e pettirossi.

Non si fermano mai i bracconieri, però tra ottobre e novembre la loro attività illegale è più frenetica, perché gli uccelli migratori sorvolano la Lombardia soltanto in quel periodo. E quando la migrazione è finita fanno razzia di camosci, cervi, lepri e animali da imbalsamare con incursioni in riserve naturali e parchi protetti.

Sono riuscito a incontrarne uno, a farmi raccontare da vicino una realtà inquietante e illegale che ogni anno, solo per facili e consistenti guadagni, mette a rischio ecosistema e ambiente naturale.

Sul tavolo un mucchio enorme e colorato di volatili. Per terra un paio di sacchi neri per l'immondizia, stracolmi di piume. Gli uccelli saranno almeno 300. «Questi li hanno portati poco fa - spiega il bracconiere -, sono fringuelli, pettirossi, peppole e qualche cinciallegra. Quest'anno sono passati in ritardo per il caldo, meglio così. Lavoreremo un po' più a lungo».

Il bracconiere sposta un mucchio enorme di fieno e compaiono tre grossi congelatori. «Ne ho ancora quattro in un'altra casa. È difficile che resti senza uccelli. Riesco a venderli fino a maggio, poi le scorte finiscono». Dentro ci sono sacchetti sigillati con scritto 10, 20, 50. Ognuno contiene un numero diverso di uccellini.

Il mercato nero è un vero e proprio business: «Se li vuoi spennati costano 2,50 euro l'uno, con le piume invece 1,50. Per una cena a base di polenta e osei servono almeno 15-20 uccellini a testa. I miei clienti sono privati e ristoratori. Con i ristoranti si fanno affari, ne comprano anche 400 in un colpo solo».

A ottobre e novembre il bracconaggio lavora full time, non ci sono pause. È una corsa contro il tempo per catturare il numero più alto possibile di uccelli. Esistono anche vere e proprie squadre: «Da solo non riuscirei mai a raggiungere questi numeri - spiega il bracconiere -, in un paio di mesi congelo circa 10.000 uccellini. Ho alcune persone che mi aiutano».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 18 novembre

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