Fra le vecchie fatture contestate
un tesoretto da 8 milioni per l'Asl

Oltre 8 milioni, un «tesoretto» rimasto invisibile per più di 10 anni, che ora l'Asl di Bergamo è certa di aver trovato fra i suoi documenti. Da chi arriva? Da 10 ospedali accreditati della nostra provincia e da altre 6 strutture lombarde.

Oltre otto milioni di euro, un «tesoretto» rimasto invisibile per più di dieci anni, che ora l'Asl di Bergamo è certa di aver trovato in mezzo ai suoi documenti contabili e vuole recuperare. Da chi sono dovuti? Da dieci ospedali pubblici e privati accreditati della nostra provincia e da altre sei strutture sanitarie lombarde.

Per cosa? Per una serie di ricoveri fatturati da questi centri tra il 1998 e il 2003 all'epoca oggetto di contestazioni da parte dell'Asl: ai verbali doveva seguire il recupero di alcune somme da parte dell'Azienda sanitaria locale, ma una parte di quei soldi – 8 milioni e 300 mila euro – non è mai arrivata nelle casse di via Gallicciolli.

Tutto ruota attorno alla quantificazione economica dei ricoveri, che si basa su un sistema di classificazione uguale per tutta Italia, il Drg (Diagnosis-related group). Semplificando al massimo: ad ogni paziente dimesso l'ospedale attribuisce un «costo» a seconda della diagnosi e del livello di assistenza che ha ricevuto; questa valutazione economica è la base del finanziamento alle Aziende ospedaliere e viene controllata dall'Asl, che deve verificare se c'è congruenza tra la prestazione e la spesa calcolata.

Se rileva incongruenze, l'Azienda sanitaria locale redige un verbale e avvia le procedure per recuperare le eventuali somme in più ricevute dagli ospedali: nella maggior parte dei casi la cifra viene detratta dalle fatturazioni successive.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 19 novembre

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